Omicidio Arcangelo Correra: Caiafa ha agito volontariamente
Renato Caiafa, dopo avere puntato la pistola contro l'amico, Arcangelo Correra, ha volontariamente sparato
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OMICIDIO ARCANGELO CORRERA-Renato Caiafa, 19 anni, non solo avrebbe puntato l’arma contro l’amico Arcangelo Correra, appena 18enne ,ma avrebbe premuto volontariamente il grilletto. Sebbene apparentemente non si aspettasse che l’arma sparasse, è evidente che la volontà di premere il grilletto c’era, determinando così la tragica svolta della serata. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha qualificato l’accaduto come un “gioco mortale tra amici”.
Secondo le indagini, quella pistola non era un’arma rinvenuta per caso. Il GIP sostiene che fosse già di Caiafa e che lui l’avesse portata lui stesso in piazzetta Sedil Capuano. Il giovane l’avrebbe esibita agli amici per farsi notare, guadagnare ammirazione o rispetto, dimostrando dimestichezza con i comportamenti pericolosi.
Omicidio Arcangelo Correra: disposta custodia cautelare in carcere
Gli accertamenti tecnici hanno escluso un malfunzionamento. La pistola era perfettamente efficiente, richiedeva una pressione del grilletto incompatibile con un gesto accidentale, e non sparò neppure se fatta cadere o sottoposta a sollecitazioni.
Alla luce di questi elementi, il GIP ha disposto la custodia cautelare in carcere per Renato Caiafa, nonostante non si ritenga abbia voluto deliberatamente uccidere l’amico. Tuttavia, la sua condotta è stata considerata gravemente imprudente, tale da costituire dolo eventuale: pur non volendo la morte, Caiafa ha accettato il rischio che potesse accadere.
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