4 Settembre 2025

Omicidio a Forcella: l’arresto della donna e il dramma familiare

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Omicidio a Forcella

Omicidio a Forcella: «Venite, ho ucciso mio marito», sono queste le parole che Lucia Salemme, 58 anni, avrebbe pronunciato al telefono parlando con gli agenti di polizia nella notte tra il 3 e il 4 settembre.

Quando i poliziotti del commissariato Decumani sono arrivati in via Sant’Arcangelo a Baiano, nel cuore di Forcella, hanno trovato il corpo senza vita di Ciro Rapuano, 59 anni, disteso sul letto. Sul cadavere erano evidenti numerosi fendenti, segno di un’aggressione violenta e ripetuta.

In casa, al momento della tragedia, c’erano anche la figlia della coppia e la nipotina, testimoni indirette di una notte di sangue che ha sconvolto l’intero quartiere.

Omicidio a Forcella: l’interrogatorio e l’arresto

All’arrivo delle forze dell’ordine, la donna presentava una ferita al braccio e un taglio all’addome, compatibili con una colluttazione. Trasportata all’ospedale Vecchio Pellegrini in codice rosso, è stata medicata e poi interrogata. Secondo la sua versione, il marito l’avrebbe aggredita con un coltello. Lei sarebbe riuscita a sottrargli l’arma e, in un gesto di difesa, lo avrebbe colpito più volte.

Durante l’interrogatorio con la Squadra Mobile e il magistrato della IV sezione della Procura di Napoli, Salemme ha aggiunto di essere stata «già in passato vittima di minacce e aggressioni», ma di non aver mai sporto denuncia. A conclusione dell’ascolto, è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario e condotta nel carcere femminile di Secondigliano.

Nell’appartamento gli investigatori hanno sequestrato due coltelli di grosse dimensioni, entrambi potenzialmente utilizzati nell’aggressione.

Le ragioni del gesto secondo la donna

Omicidio a Forcella: la versione fornita da Salemme descrive un contesto di tensioni e violenze familiari mai emerse ufficialmente. «Ho reagito per difendermi», avrebbe detto agli agenti. La donna sostiene che il marito l’avesse colpita per primo, circostanza confermata in parte dalle ferite riportate. Tuttavia, la Procura sta verificando la credibilità di questo racconto. A non convincere è il fatto che Rapuano sarebbe stato trovato a letto al momento dell’intervento della polizia, un dettaglio che apre dubbi sulla dinamica esatta dell’omicidio.

Il profilo della coppia appare complesso: mentre i vicini descrivono Lucia come «una donna gentile e sempre perbene», qualcuno ricorda che il marito, in passato, «aveva avuto problemi che lo avevano turbato». La stessa Salemme, nell’interrogatorio, ha ribadito di non aver mai denunciato le violenze, scelta che oggi pesa nel tentativo di ricostruire il contesto in cui è maturato il gesto estremo.

Le reazioni del quartiere e le parole dell’amica sconvolta

Il quartiere Forcella è rimasto attonito di fronte alla notizia. Davanti al palazzo, tra i residenti che si sono fermati a parlare, emerge lo smarrimento. «Lucia è una bravissima persona, non capisco come possa essere accaduto», ha dichiarato Lina, un’amica di vecchia data.

Ancora più toccante il racconto di Carmela, compagna di scuola della 58enne: «Abbiamo fatto le scuole insieme, ci conoscevamo da una vita. Non me lo sarei mai aspettato. È una donna tutta per la famiglia, per i figli e i nipoti. Non so darmi una spiegazione». Carmela ha poi aggiunto: «Io conoscevo anche il marito, mi è sempre sembrato una brava persona. Qualcuno dice che in passato avesse qualche vizio, ma per me è stato un fulmine a ciel sereno».

Omicidio a Forcella: un dramma ancora da chiarire

L’arresto di Lucia Salemme e la morte di Ciro Rapuano lasciano aperti molti interrogativi.

Le indagini dovranno stabilire se si sia trattato davvero di un gesto di legittima difesa o di un omicidio scaturito da un conflitto familiare degenerato.

Quel che resta certo è lo sconvolgimento di una comunità intera e il silenzio doloroso di una famiglia spezzata.

Fonte: Ansa.it

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