Nola, sequestri e sanzioni ad un noto brand di abbigliamento
Fermate otto persone per falso in bilancio, indebita percezione di erogazioni pubbliche, esercizio abusivo di attività finanziaria e utilizzo in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti.
Fonte: Guardia di Finanza

NOLA SEQUESTRI BRAND ABBIGLIAMENTO – In data odierna la Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito misure cautelari personali e reali nei confronti di otto persone. Queste risultando gravemente indiziate di falso in bilancio, indebita percezione di erogazioni pubbliche, esercizio abusivo di attività finanziaria e utilizzo in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti.
I destinatari del provvedimento sono membri del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale di una società per azioni, proprietaria di un noto brand di abbigliamento con sede presso l’Interporto di Nola. Si tratterebbe del marchio Original Marines Spa, che ha una rete di oltre 600 punti vendita distribuiti in Italia e all’estero.
Scattando sequestri e sanzioni ad un noto brand di abbigliamento: le indagini
A partire dal 2017, la società ha avviato un processo di riorganizzazione, ampliando la rete di punti vendita diretti e a ridurre progressivamente la rete dei negozi del brand di abbigliamento. L’obiettivo era quello di superare il grave squilibrio finanziario determinato dall’impossibilità di far fronte ai debiti contratti per l’acquisto della merce fornita dalla medesima casa madre.
Nel corso degli accertamenti, gli indagati avrebbero alterato i bilanci relativi agli esercizi dal 2018 al 2021. Hanno occultato le perdite derivanti dal mancato incasso dei crediti commerciali vantati nei confronti degli affiliati. Tale condotta avrebbe consentito di presentare al mercato un’immagine di solidità patrimoniale non corrispondente alla realtà. In questo modo potevano continuare a beneficiare di linee di credito concesse dagli istituti bancari.
I dettagli delle azioni illecite:
In particolare, inducendo gli affiliati alla stipula di accordi transattivi di natura fittizia, sarebbero stati stralciati dai bilanci i crediti ormai inesigibili verso i negozi in franchising. Erano compensati con indennità mai effettivamente corrisposte e apparentemente riconosciute. Questo per evitare azioni legali da parte degli affiliati e per subentrare nella gestione diretta dei punti vendita. Sottostimate le perdite sui crediti e ripartire negli anni successivi. Questo per attenuarne l’impatto sugli esercizi finanziari in cui si prevedevano effetti positivi derivanti dalla riorganizzazione.
L’occultamento delle perdite ha permesso alla società di ottenere, in modo indebito, due finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato. L’importo complessivo è stato di 31.5 milioni di euro, attestando falsamente di non rientrare nella categoria delle “imprese in difficoltà”.
Le indagini hanno inoltre accertato che hanno simulato l’acquisto dai negozi affiliati di singoli beni (merci, impianti, arredi e scaffalature) invece che dell’intera azienda. In questo modo la società ha beneficiato indebitamente di detrazioni IVA per un ammontare di 5.913.086,21 euro.
E’ emersa, infine, una politica di acquisti forzati imposta dalla società ai negozi affiliati, che ha generato una situazione di crisi finanziaria costante per questi ultimi. Tale condizione veniva tamponata, nel breve periodo, mediante concessioni di finanziamenti da parte della società madre. Erano erogate senza le necessarie autorizzazioni previste dal Testo Unico Bancario.
Le misure penali per gli indagati
Alla luce di quanto emerso, il G.I.P. del Tribunale di Nola ha disposto nei confronti degli indagati il divieto di esercitare attività d’impresa. Disposto anche il divieto di ricoprire cariche direttive in persone giuridiche e imprese, per la durata di un anno.
Contestualmente, disposto il sequestro preventivo di beni, sia in forma diretta che per equivalente, fino a concorrenza di 37.195.932,00 euro. La somma è pari all’ammontare del profitto dei reati con-testati.
Fonte: COMUNICATO STAMPA
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