Napoli-Milan, la delusione dell’eliminazione non appanni la razionalità
Il Milan elimina il Napoli, è il giorno della delusione, ma l'eliminazione non intacchi la valutazione di una stagione straordinaria
Il Milan ha eliminato il Napoli, volando alle semifinali di Champions League, suo habitat naturale. Gli azzurri, che pure avevano accolto l’estrazione dell’urna di Nyon con un sospiro di sollievo, hanno pagato nei 180′ gli infortuni in contemporanea di tutti e tre gli attaccanti centrali e quel pizzico di inesperienza che ha alimentato un’imprecisione vista pochissime volte, in questa stagione, a queste latitudini.
Il rientrante Osimhen aveva svolto solo tre allenamenti da fine marzo, quando si infortunò con la sua Nigeria. Raspadori, ben lontano dalla brillantezza di una condizione fisica ottimale, non ha potuto rappresentare valida alternativa e Simeone ha dovuto salutare anzitempo la massima competizione europea per infortunio.
Spalletti ci ha provato, ridisegnando l’attacco, puntando su mosse a sorpresa, e dovendo far fronte, nel match di ritorno, a due assenze scellerate ed impreviste, quelle di Kim e Anguissa, squalificati all’andata. Pronti via, i 90′ del Maradona hanno consegnato al Napoli altre due amare sentenze: infortunio di Politano (fino ad allora il migliore in campo) e di Mario Rui, costretti ad uscire dal campo, doloranti e delusi.
Ciononostante, il Napoli avrebbe potuto rimetterla in piedi, e per quasi tutto il primo tempo ha dominato. Il Milan ha lasciato il pallino del gioco nelle mani degli azzurri, arrembanti ma poco precisi soprattutto nell’ultimo passaggio.
Il gol di Giroud, propiziato da un Leao che fa quel che vuole senza esser disturbato dagli azzurri, grida ancora vendetta, perché il Napoli che non fa fallo commette lo stesso errore dell’andata. Spalletti non sarà contento.
Poi, Kvaratskhelia fallisce l’unico dei due rigori che invece sarebbero spettati al Napoli (quello su Lozano per fallo di Leao, Marciniak non lo vede). A nulla vale il gol del solito Osimhen, arrivato a qualche secondo dal triplice fischio.
Azzurri delusi in campo, su tutti il georgiano. Il giorno dopo è quello della delusione, ma dev’essere anche quello della ritrovata razionalità: l’eliminazione dalla Champions non deve cancellare o sminuire in alcun modo quanto fatto dai calciatori e da Spalletti nella stagione che si avvia alla conclusione.
Il Napoli deve ripartire da sé stesso, ritrovando quelle certezze che un aprile maledetto sembra avergli tolo. E volare verso quel tricolore che attende lì, da trentatré anni, di tornare al Sud.
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