Napoli, così non va! Tanto possesso ma poca concretezza
Il Napoli ha dimenticato come si vince. Crisi profonda degli azzurri che non riescono a sfruttare le, poche, occasioni create. E adesso testa al Braga
Ennesima sconfitta della stagione per il Napoli, che pare abbia dimenticato come si vince. Gli azzurri all’Allianz Stadium hanno tenuto per buoni 80 minuti il pallino del gioco, con qualche occasione nitida sprecata.
Al netto degli errori individuali in fase di finalizzazione, quello che preoccupa è la fragilità in difesa. É chiaro che le colpe sono sempre da dividere, nessun reparto si sta esprimendo al meglio e i risultati parlano di un Napoli ormai fuori dalla zona Champions.
La difesa del Napoli bucata già 18 volte
La sensazione dal campo è che il Napoli sia troppo debole in difesa. Ogni affondo offensivo degli avversari sembra essere estremamente pericoloso, incontenibile. Quest’anno i gol subiti in serie A sono già 18 e i punti raccolti sono appena 24.
Il dato inquieta se si considera il confronto con la scorsa stagione in cui il Napoli al termine della 15esima giornata era saldamente al comando con 41 punti fatti e nessuna sconfitta. Certamente, l’addio di Kim ha pesato negli equilibri di difesa, molto più di quanto si potesse apprezzare realmente.
Il coreano non è stato adeguatamente sostituito nel mercato estivo e il calo di rendimento di Rrahmani sta incidendo su tutto l’andamento del reparto. Non è da dimenticare l’emergenza sull’out di sinistra e la scelta di non far rifiatare mai Di Lorenzo.
Il tour de force finirà martedì sera con l’ultima gara del girone di Champions. Il Napoli è chiamato ad una prova d’orgoglio davanti al proprio pubblico, per mettere in cassaforte almeno il passaggio del turno. Data la differenza tecnica tra le due squadre non dovrebbero esserci dubbi, ma non sono ammessi errori.
Kvara e Osimhen, ma quanto ci mancate?
Le criticità emerse in difesa, comunque, non possono essere un alibi per il resto della squadra. Il Napoli non sa più segnare. Tanti errori gravissimi sono stati commessi sotto porta, da ultimo quello di Kvaratskhelia ieri sera con la Juventus.
Il georgiano resta comunque l’arma più pericolosa del Napoli, per il semplice fatto di portare a spasso sempre due o tre difensori. Stesso discorso vale per Osimhen, ieri marcato a uomo da Danilo e all’occorrenza a due con Bremer.
Quello che è cambiato dallo scorso anno è il cinismo, la loro capacità di trasformare in oro tutto ciò che toccavano i loro piedi. Allora, come ben sottolineato da Zielinski al termine della gara di Torino, serve che i centrocampisti diano qualcosa in più.
Servono maggiori inserimenti, tiri da fuori. Serve creare ansie alle difese avversarie, per aiutare i compagni sotto stretta marcatura. Serve, urgentemente, che il Napoli riprenda in mano il proprio destino e si comporti da Campione d’Italia.
Gli obiettivi potranno essere definiti una volta che la squadra tornerà in campo per davvero. La speranza è che, finito il tour de force, si riprenda a macinare gioco e a vincere quelle gare più “semplici” sulla carta per dare una smossa alla classifica e all’umore.
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