15 Marzo 2018

Napoli: 4,5 milioni per il restauro del Maschio Angioino

Fonte foto: Salvatore Iaconis (Napoli.ZON)

Napoli

Napoli: 4,5 sono i milioni finanziati dal Ministero per i beni e le attività culturali, utili al restauro del Maschio Angioino

Napoli – Intervento di restauro e di messa in sicurezza per il Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino: preventivati 4,5 milioni di euro finanziati dal Ministero dei beni e le attività culturali. A rendere pubblica l’iniziativa è il Comune di Napoli, che spiega quanto sia meritevole la proposta proggettuale di restauro del monumento simbolo della città di Napoli, finalizzata ad incrementare l’offerta culturale e turistica.

Il proggetto di restauro segue un preciso ordine, così riportato dal Mattino : il completamento delle barriere architettoniche, il potenziamento degli allestimenti per la visita degli spazi monumentali e il recupero dei percorsi esterni per il loro utilizzo. I fondi asegnati provengono dalle economie che si sono rese disponibli nell’ambito del Pac 2007-2013. Tale finanziamento andrà ad integrarsi con i fondi stanziati per il parco archeologico che si realizzerà nell’area tra Piazza Municipio e Piazza del Plebiscito.

​Gli assessori del Comune di Napoli all’Urbanistica, Carmine Piscopo, alle Infrastrutture, Mario Calabrese, e alla Cultura, Nino Daniele, si dicono «convinti che, con questo ulteriore intervento che nasce grazie alla sinergia istituzionale tra i vari attori, si andrà a realizzare la trasformazione di un’intera parte di città che, attraverso progetti differenti e differenti strumenti di finanziamento, tiene insieme castello, piazza, palazzo comunale, Parco archeologico, stazione dei treni, nuovi servizi portuali. Un intervento ambizioso e affascinante – concludono gli assessori – che vede coesistere il nuovo, una stazione di treni, con l’antico, il Castel Nuovo che si apre a nuovi usi senza perdere il ruolo di monumento, in un progetto di ‘parco archeologicò, che si lega alla ritrovata piazza del Municipio, fino a connettersi alle ‘scuderiè di Palazzo Reale».

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