Mutilazioni genitali femminili, oggi giornata mondiale per dire no
Mutilazioni femminili, oggi 6 febbraio si celebra la giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili. Una pratica che conta 200 milioni tra bambine e ragazze
Oggi si celebra la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. Una forma di violenza silenziosa, che calpesta i diritti di bambine e ragazze mettendo a rischio sia la salute fisica che quella psicologica.
Una pratica che conta ancora oggi 200 milioni di bambine e ragazze vittime in 30 Paesi.
Un fenomeno che colpisce anche bambine e giovani donne migranti che vivono nel nostro territorio, spesso a rischio di esservi sottoposte quando tornano nel loro paese di origine per visitare i parenti. Sarebbero tra 61.000 e 80.000 infatti, secondo uno studio dell’Università degli Studi Milano – Bicocca le donne presenti in Italia sottoposte durante l’infanzia alla mutilazione dei genitali.
I NUMERI
Act!onaid negli ultimi 2 anni ha iniziato a lavorare con le comunità migranti in Italia originarie di paesi dove la pratica è ancora diffusa: le donne provenienti dalla Somalia presentano una prevalenza più alta (83,5%), seguite da Nigeria (79,4%), Burkina Faso (71,6%), Egitto (60,6%) ed Eritrea (52,1%).
Inoltre, Act!onaid ha promosso una campagna su tutti i social network con #endFGM contraddistinguendo l’iniziativa con il simbolo di un soffione viola, definito simbolo di libertà ed espressione di un desiderio.
Nonostante non vi sia evidenza che siano praticate in Europa e siano vietate in molti paesi dell’Unione Europea, le mutilazioni genitali femminili sono un problema che riguarda anche bambine e giovani donne migranti che vivono nel nostro territorio.
Spesso le ragazze sono a rischio di esservi sottoposte quando tornano nel loro paese di origine durante periodi di vacanza per visitare i parenti.
PROGETTO AFTER
Act!onaid ha inaugurato nel 2016 il progetto AFTER, della durata di due anni, co-finanziato dall’UE. Il progetto si prefigge di combattere questa forma di violenza tramite percorsi di empowerment per le donne e di informazione ed educazione per le loro comunità, affinché rifiutino questa pratica.
RISOLUZIONE ONU
Purtroppo decenni di campagne di sensibilizzazione, fino alla prima Risoluzione dell’Onu nel 2012, riaffermata due anni dopo, non sono finora bastati.
L’Onu ha fissato la messa al bando totale entro il 2030, inserendo questo tema tra gli obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile, e incassando il sostegno di Unione Europea, Unione Africana, e Organizzazione Islamica per la cooperazione.
DOVE SI PRATICANO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI
È l’Africa il continente dove le Mgf sono più diffuse. In Somalia si stima che la percentuale di donne mutilate sia del 98 per cento. Altissime le percentuali anche in Guinea (97%) e Gibuti (93%).
Sierra Leone, Mali, Egitto, Sudan, Eritrea, Burkina Faso, Gambia: in questi paesi le donne sopra i 15 anni che hanno subito mutilazioni genitali femminili sono tra il 75 e il 90% della popolazione femminile. In alcune comunità vengono però praticate sulle bambine di 4 o 5 anni, in altre ancora addirittura sulle neonate.
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