Nacque a Caltanissetta nel 1924 e iniziò la sua carriera politica nel 1951 come deputato regionale siciliano del Partito Comunista Italiano. Nel 1960 entrò nella Direzione del partito.
Al giornalista Aldo Cazzullo raccontò che divenne comunista in seguito a una malattia: “Una notte cominciai a vomitare sangue. Mi portarono in sanatorio. Tubercolosi. Mi facevano dolorose punture di aria per immobilizzare i polmoni, nella speranza che la ferita guarisse. Quasi tutti i ragazzi che erano con me morirono. Io sognavo di arrivare a trent’anni. Il sanatorio era in fondo al paese, da lontano si vedevano i passanti con il fazzoletto premuto sulla bocca. L’unico amico che mi veniva a trovare, Gino Giandone, era comunista. Prese la tessera del Pci nel 1941, quando il partito era clandestino.”
Ha avuto una vita piena di lotte e soddisfazioni. Fu anche editorialista de Il Riformista dal 2011 al 2012.
Molti i post sui social che lo ricordano.
Il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano scrive su facebook: “Si è spento il faro. Resta la scintilla. Per quel poco di luce che ha fatto o che farà, nella mia vita, la luce è sua”
E poi ancora su twitter il commissario europeo Paolo Gentiloni: “Ho incontrato Macaluso solo negli ultimi anni della sua vita, apprezzando lo straordinario esempio di cultura, ironia, vis polemica. Un grande siciliano, una perdita per la sinistra italiana”.
Fonte: www.huffingtonpost.it
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