12 Giugno 2015

“Morti e stramuorti”: su SKY la vita di una famiglia di becchini

morti e stramuorti

Dal 12 giugno, su Explora ‘Morti e stramuorti’ il nuovo reality che ripercorre vita, morte e miracoli di una famiglia di becchini napoletani

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Era la morte l’ultimo tabù non ancora sdoganato dalla televisione italiana, e ci voleva un po’ dell’ironia tutta napoletana per affrontare in maniera dissacrante il tema del trapasso.

In fondo, la morte è l’unica certezza della vita e quello del “caro estinto” è uno dei settori economici che tirano di più, anche nei momenti di crisi. Quindi perché non esorcizzare la paura atavica della fine con un nuovo reality? Del resto, l’Italia è anche il paese dei reality e in TV ne abbiamo davvero di tutti i tipi.

A colmare l’ultima mancanza ci ha pensato Sky, la tv satellitare di Rupert Murdoch, che dal 12 giugno alle ore 21 manderà in onda per otto puntate, ogni venerdì, la serie dal titolo “Morti e Stramuorti”, la quale seguirà le peripezie della famiglia Dell’Anno, titolari di una delle più antiche imprese di pompe funebri della città di Napoli.

Il programma, prodotto da Kimera per De Agostini editore, promette di condurre lo spettatore in un viaggio che rivisita il culto dei morti alla maniera partenopea, senza tuttavia mai essere irriverente. E anche se Massimo Dell’Anno, titolare dell’azienda, ci tiene a sottolineare, con un po’ di ironia, che oggi, a Napoli, conta più l’auto destinata al funerale piuttosto che la cassa, la fiction promette di non allontanarsi mai troppo dalla solennità dell’evento trattato.

“L’approccio della trasmissione farà la differenza”, dichiara ancora Dell’Anno, “Non volevamo farci bloccare da un tabù, ma parlare serenamente di qualcosa che riguarda tutti, con una chiave che fa apprezzare i valori della vita”.

Chiaramente, però, la vita del “cassamortaro” a Napoli e provincia, è molto diversa da quella delle grandi serie televisive americane come Six Feet Under, che solo pochi anni fa narrava in maniera similare le vicende di una famiglia di becchini del Midwest. I Dell’Anno, tutto sommato, neanche la conoscevano, e seraficamente hanno dichiarato: “Il nostro lavoro non ci consente di guardare troppa TV: quando c’è un morto, si lascia tutto e si va”.

Gli “schiattamuorti“, o funeral planners, come a questo punto i Dell’Anno preferiscono essere chiamati, sono cinque: Federico (’o Caposquadra), Lello (’o Bello), Gabriele (’o Sciupafemmine), Aziz (’o Marucchino) e Roberto (’o Stagista). Se saranno davvero “la famiglia più simpatica di Napoli”, il tempo lo dirà. Per ora gli spettatori li attendono al varco.

Intanto, nelle otto puntate ormai pronte ad andare in onda, oltre al rito funebre in sé, ci saranno delle sorprese: si parlerà dei rituali per scongiurare i tristi eventi, di corsi di “trucco fatale” e perfino delle esequie di un povero gattino. Tutto questo accompagnato da un momento culinario che racconterà la storia di ricette tipiche come quelle del casatiello, e da quello che ripercorrerà i funerali in TV di personaggi più o meno famosi di Napoli e dintorni.

In ogni caso, nonostante i temi trattati, per i Dell’Anno non c’è proprio spazio per la scaramanzia: “Quella la riserviamo alle partite del Napoli. E poi siamo schiattamuorti da cinque generazioni…il business e business e va fatto bene”

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