12 Marzo 2016

Morte Francesca Napolitano: via alle indagini

Francesca Napolitano

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Iniziano le indagini sulla morte di Francesca Napolitano. Gli ispettori dovranno verificare la correttezza delle procedure attuate dagli operatori sanitari

[ads1] Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin invierà a Napoli la task force di esperti per le verifiche sulla tragica morte di Francesca Napolitano, la donna deceduta nei giorni scorsi, per la mancanza di sale operatorie disponibili. Gli ispettori – tecnici dell’Agenas, dei Nas, del ministero e delle Regioni – dovranno verificare la correttezza delle procedure attuate dagli operatori sanitari e capire cosa non ha funzionato nell’organizzazione della rete assistenziale.

La task force, che si sta predisponendo in queste ore, sarà nel capoluogo campano già domani mattina. L’iniziativa del ministro è stata condivisa anche dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che sta predisponendo una indagine regionale.

Intanto la magistratura vuole accertare come mai una manovra non particolarmente complicata, come quella di aspirare dal pericardio il liquido che impediva al cuore di battere, non sia stata praticata nel primo ospedale di Napoli, il San Paolo, dove la 42enne era stata portata. La donna è poi deceduta al Monaldi la mattina di mercoledì scorso.

Ieri i carabinieri del Nas hanno notificato cinque avvisi di garanzia ad altrettanti medici dell’ ospedale San Paolo: un atto dovuto per consentire loro di nominare dei periti di parte.

Lunedì mattina è previsto il conferimento dell’incarico ai consulenti che, martedì, nel Secondo Policlinico, dovranno eseguire l’esame autoptico.

Abbiamo fatto il possibile, abbiamo praticato lo svuotamento del liquido dal pericardio ma l’intervento non ha dato esito positivo, le condizioni di salute sono precipitate fino all’arresto cardiaco“. Nicola Silvestri, direttore sanitario dell’ospedale Monaldi di Napol spiega la dinamica di quanto accaduto, quella notte, ed esprime alla famiglia della donna il dolore e il cordoglio dell’azienda.

Avevamo entrambe le sale operatorie impegnate per due urgenze, un trapianto di cuore e un aneurisma di primo grado, due interventi complicati. Ho espresso contrarietà al 118 quando mi è stata proposta la terza urgenza, ma per un tamponamento cardiaco non è necessaria la sala operatoria, poteva essere praticato anche da un cardiologo, così come è stato fatto. La signora è andata in arresto cardiaco alle 6,40, – dice ancora il direttore sanitario – fino alle 8,10 le sono state praticate tutte le necessarie manovre di rianimazione che purtroppo non hanno avuto successo. Noi medici rimaniamo sempre addolorati davanti all’impossibilità di salvare una vita“, ha poi concluso Silvestri.

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