Moria di pesci sulla costa domiziana: Inquinamento o mareggiata?
Da qualche giorno si è aperto il dibattito sulla moria di pesci che ha investito il litorale domitio. Cittadini divisi tra inquinamento e semplice mareggiata
Moria di pesci – Una spiaggia piena zeppa di pesci morti. E’ ciò che i cittadini della costa domiziana hanno ossrvato da qualche giorno.
Come racconta ilMattino da Domenica il lungomare che parte dal Villaggio Coppola fino a Castel Volturno si è trovato sotto un tappeto di pesci morti, adagiati sulla spiaggia.
Chi ne sta giovando sono le decine e decine di uccelli che hanno approfittato dell’enorme banchetto per recuperare più cibo possibile.
Migliaia di carcasse di pesci, tutte appartenenti alla stessa specie, ovvero il Cefalo.
Ciò che ha suscitato ancor più interesse è il fatto che dopo le numerose segnalazioni dei residenti della fascia costiera, i pesci siano spariti nel giro di poche ore.
Moria di pesci: Inquinamento o mareggiata?
Le ipotesi che i cittadini muovono in queste ore sono due.
La prima è quella più acclamata, ma meno plausibile, ovvero un alto inquinamento della zona costiera.
Pare infatti impossibile che i pesci si siano “ammalati” e successivamente morti in così breve tempo e in questi numeri, semplicemente a causa di un alto tasso di inquinamento della foce dei Regi Lagni.
La seconda, quella più probabile spiega (attraverso anche l’esperienza e la voce di alcuni pescatori della zona), che i pesci probabilmente erano già morti, e siano stati trasportati sulla costa dalle mareggiate dei giorni scorsi.
Questo spiegherebbe anche il fatto che gli animali fossero già in fase di decomposizione, e quindi morti probabilmente già da diversi giorni.
La verità è sempre nel mezzo
Vero però che una spiegazione di questa morte di massa deve pur esserci.
E risale proprio alla prima ipotesi, ovvero quella dell’inquinamento.
Che la foce dei Regi Lagni sia inquinata è un dato di fatto, e che i cefali si “appostino” proprio nei pressi delle foci dei fiumi è un’altra realtà.
Sta di fatto che probabilmente un inquinamento costante dell’area abbia col tempo ucciso qualche colonia di cefali e le loro carcasse si siano man mano ammassate sul fondo del mare per poi essere trasportate alla prima mareggiata lungo la costa flegrea.
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