Manovra 2025 pensioni: le novità e i limiti delle nuove misure
Manovra 2025 pensioni: tutta le novità previste nella legge di bilancio approvata questa sera al Senato.
Manovra 2025 pensioni – La manovra finanziaria 2025 introduce una serie di misure sulle pensioni, con qualche novità interessante ma anche molte limitazioni che hanno suscitato critiche da parte di sindacati e opposizioni.
Manovra 2025 pensioni anticipate a 64 anni: chi ne potrà beneficiare?
Tra le novità principali c’è l’estensione del pensionamento anticipato a 64 anni, a condizione di avere almeno 25 anni di contributi (che saliranno a 30 dal 2030) e una pensione pari a tre volte l’assegno sociale, ovvero circa 1.720 euro mensili. Questo requisito restringe però l’accesso alla misura a una minoranza di lavoratori con carriere continue e salari medio-alti.
Per chi dispone di una previdenza complementare, sarà possibile utilizzare i fondi integrativi per raggiungere il minimo richiesto e lasciare il lavoro prima dei 67 anni. Tuttavia, questa possibilità è riservata soprattutto a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, penalizzando molti lavoratori più anziani.
Il ruolo della previdenza complementare
La manovra punta a incentivare il ricorso alla previdenza integrativa, elemento su cui la Lega insiste da tempo. Tuttavia, i contributi richiesti per ottenere il pensionamento anticipato risultano significativi: si parla di versamenti mensili che possono variare da 209 a 1.129 euro.
Con tale sistema, l’accesso alla misura diventa molto oneroso per molte famiglie.
Le pensioni minime: un aumento simbolico
Un altro aspetto controverso riguarda l’aumento delle pensioni minime, ridotto a soli 1,8 euro al mese dopo l’approvazione del decreto ministeriale, ben lontano dai 3 euro inizialmente annunciati. Questo ha alimentato le critiche dei sindacati, che accusano il governo di “fare cassa sulla pelle delle persone”.
“Quota 103” e altre opzioni
Riconfermata anche la possibilità di pensionamento anticipato con Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi), una misura che però ha finora avuto scarso successo. Secondo i dati dell’Inps, solo 1.600 richieste sono state presentate contro le 50.000 attese.
Le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi potranno accedere al pensionamento anticipato con 61 anni di età, ridotti a 59 o 60 per chi ha rispettivamente due o un figlio, ma solo in specifiche condizioni (disoccupazione, crisi aziendali, caregiver).
Critiche e reazioni
Le nuove misure hanno sollevato critiche da più parti. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato che le modifiche peggiorano la legge Fornero.
Inoltre senza introdurre un sistema pensionistico realmente inclusivo, soprattutto per i giovani precari.
Anche il capogruppo di Avs, Franco Mari, ha definito la misura sui 64 anni “una soluzione di propaganda”, evidenziando che nel 2025 interesserà appena un centinaio di persone, con un incremento a 600 unità annue entro il 2034.
Conclusioni
La manovra 2025 sulle pensioni introduce cambiamenti significativi, ma i requisiti stringenti e i limiti strutturali rischiano di renderla inaccessibile per molti lavoratori. È evidente la volontà di incentivare la previdenza integrativa, ma senza un rafforzamento delle tutele per i lavoratori più vulnerabili, il sistema rischia di accentuare le disuguaglianze esistenti.
Scopri di più sulle pensioni nella manovra 2025 e preparati ai cambiamenti futuri con una pianificazione previdenziale mirata.
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