3 Aprile 2020

‘Mamma e papà sono morti, nessun tampone alla mia famiglia’. Arianna racconta

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Un’altra tragica storia dovuta al coronavirus: Arianna perde i genitori e non riesce ad avere i test per il suo compagno e il loro bambino

ARIANNA SI RACCONTA – Vincenzo Esposito e Anna Gentile, marito e moglie di 57 e 55 anni rispettivamente, sono morti a causa del Coronavirus.

La donna era la proprietaria di un negozio di casalinghi e detersivi a Napoli, a Salvator Rosa, mentre il marito era un grossista dello stesso settore, spiegano i colleghi di Repubblica.
« Mi hanno chiamata mercoledì sera. “ Purtroppo, suo padre non ce l’ha fatta. Ci abbiamo provato ”. Ma io lo sapevo, non nutrivo troppe speranze. Erano due settimane che non mi rispondeva più neanche ai messaggi. E in otto giorni, ho perso mamma e papà» racconta la figlia Arianna, di 27 anni.
La ragazza ha perso entrambi i genitori nel giro di pochi giorni. Purtroppo per lei, però, non è stata data la disponibilità ad effettuare i tamponi a tappeto per il resto della famiglia, per constatare o meno la positività al coronavirus: «Dicono che finché non stiamo male, non c’è bisogno».
Niente test per il suo compagno e per il loro bambino, nonostante vivano nella stessa casa dove fino a poco fa risiedevano anche i defunti.

Ad essere sottoposta al test è stata la sola Arianna, dopo 14 giorni di attesa. Il racconto a Repubblica:«La circostanza assurda è che dopo aver tanto penato, è venuta una squadra della Asl, ha prelevato il tampone a me, ma non al mio compagno Alessandro, né al mio bambino. Ma siamo tutti dentro questa casa “ sepolti” da settimane senza poter uscire, siamo stati tutti notte e giorno a contatto con mamma e papà, li abbiamo visti andare in condizioni disperate in ospedale, e ora non possiamo accompagnarli alla tomba. Ma non c’è assistenza, non c’è preoccupazione per noi. Quale prevenzione, quale logica, quale buon senso spiega questo? ».

« Ci hanno lasciati qui soli. Per senso di responsabilità, né io né il mio compagno siamo scesi a fare mai una spesa da quindici giorni: i nostri familiari ci lasciano tutto davanti alla porta. Ma se io non avessi avuto parenti disposti a venire qui, a mettersi a rischio? ».

Fonte: La Repubblica

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