Leggende campane: il drago di Napoli
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle leggende campane: la storia del drago che viveva a Napoli, fuori Porta Capuana
Nelle leggende campane, tra i miti e le storie che continuano a vivere attorno a noi, non mancano quelle che hanno per protagoniste creature fantastiche. Pare, infatti, che proprio a Napoli nei primi anni del 1700, vivesse un drago. Sua dimora era una palude vicino Porta Capuana, una delle porte principali per accedere alla città.
Il drago si nascondeva nella nebbia e attaccava chiunque si trovasse a passare di lì. Il suo sguardo era capace di pietrificare all’istante.
Gli abitanti della città erano terrorizzati dalla creatura e dalla sua possenza, e nessuno provava ad attraversare quella zona paludosa.
L’unico che osò farlo fu Gismondo, un fervente credente che desiderava raggiungere Napoli per pregare sull’altare dove, secondo la tradizione, San Pietro celebrò la prima messa.
Gismondo ci pensò a lungo. Il terribile drago rappresentava una minaccia per l’uomo, ma la sua fede era più forte. Alla fine decise di intraprendere l’ardua impresa. Passò per Porta Capuana incolume. Del drago non c’era traccia.
In sogno, quella notte, gli apparve la Madonna. Gli rivelò che il drago era morto e che era stata lei stessa ad averlo ucciso. La fede di Gismondo era stata tanta da colpirla e farla intercedere per salvarlo.
Lui, in cambio, avrebbe dovuto costruire una chiesa lì dove c’era il cadavere del drago. La chiesa edificata, sottolineò la Madonna nel sogno, sarebbe stata il simbolo della liberazione dal male. Napoli, da quel momento in poi, avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo.
L’indomani, quindi, Gismondo cercò la carcassa del drago. Una volta trovata, si mise all’opera. Fu edificata la “Chiesa di Santa Maria ad Agnone” -dal latino anguis, “grossa serpe“.
L’edificio andò completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale. Della leggenda del drago di Napoli resta solo la strada “Vico della Serpe“, dove pare sorgesse l’antica chiesa.
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