Leggende aversane: lo scrigno del diavolo
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle più sinistre leggende aversane: conosciamo meglio il Castello di Popone e il mistero che si cela tra le sue rovine
Tra le leggende aversane, quella più inquietante riguarda il Castello di Casaluce, un centro rurale, vicinissimo alla cittadina normanna.
La storia
Conosciuto anche come Castello di Popone, l’edificio sorge in una zona paludosa e ha conservato solo in parte il suo aspetto originario. Pare che sia stato costruito dai cumani, in un periodo a cavallo tra X e XI secolo – la data resta incerta- per difendere il borgo rurale.
Venne distrutto intorno al 1130 e restaurato prima durante il periodo di dominio degli Svevi, e poi sotto la reggenza degli Angioini. Successivamente divenne un monastero, ospitò al suo interno l’ordine monastico dei Celestini, fino al 1800.
Nel 1808 venne venduto e in seguito abbandonato. Quando la peste sterminò quasi tutta la popolazione, il castello versava in una condizione di profonda rovina.
La leggenda
Nonostante i molti anni di desolazione, il Castello di Popone si è configurato, quindi, durante i secoli e i vari domini, come luogo religioso. Basti pensare che, al suo interno, venne custodita un’importante immagine sacra della Madonna di Casaluce. L’icona religiosa proveniva da Gerusalemme e fu donata a Carlo d’Angiò.
La leggenda vuole che, però, tale effigie non sia l’unica cosa conservata nel maestoso maniero. Nei sotterranei dell’antico Castello di Casaluce vi sarebbe, infatti, uno scrigno con un tesoro. In cosa consisterebbe questo tesoro?
Le risposte alla domanda sono cambiate nel corso del tempo; la più quotata resta quella che fa risalire lo scrigno alla setta dei Templari. Si tratterebbe di una sorta di Sacro Graal, che di sacro, però, ha solo il nome.
A custodire lo scrigno e il suo contenuto sarebbero il diavolo e i demoni dell’Inferno. Secondo una variante della leggenda, pare, infatti, che lo scrigno sia anche una delle porte per raggiungere il mondo degli inferi.
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