Legambiente controlla il fiume Sarno: “che vergogna”
I volontari di Legambiente visitano la foce del fiume Sarno: la situazione è vergognosa, bisogna agire subito
«Che vergogna», questo è il motto dei volontari di Legambiente dopo la visita alla foce del fiume Sarno, da anni lasciato in stato di abbandono. Si chiede a voce alta “Ecogiustizia” immediata, per denunciare anni di ritardi e soldi spesi senza risolvere i problemi del territorio.
Il blitz è una delle iniziative che gli attivisti del Cigno Verde hanno organizzato in vista della tappa campana della Goletta Verde 2020 – tra il 5 e il 20 agosto.
Giunta alla 34esima edizione, la Goletta quest’anno vivrà di una formula inedita – per prendere una pausa nel rispetto delle restrizioni da pandemia. Nonostante le restrizioni, il viaggio punterà ugualmente al controllo della qualità delle acque e alla denuncia degli abusi che minacciano le coste. Gli altri anni vi era un itinerario coast to coast a bordo di un’imbarcazione.
Grazie allo stop delle attività produttive nel periodo di lockdown, il Sarno era meno sofferente, e aveva ridotto drasticamente il carico di inquinamento chimico che sfociava nel Golfo di Napoli. Il problema fondamentale, però, deriva dalla mancanza delle reti fognarie e dei collettamenti agli impianti di depurazione.
Il monitoraggio scientifico di Goletta Verde per ben dieci anni consecutivi ha attestato le gravi condizioni del fiume. I campioni effettuati alla foce tra i comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata sono stati giudicati “fortemente inquinati”.
Le parole di Legambiente
«Il bacino idrografico del fiume Sarno è un’area densamente abitata» – dichiara Antonio Giannattasio, segreteria regionale Legambiente – «ricca di eccellenze industriali ed agricole. Devono avere da subito come mission la riconversione green perché diventino parte del racconto della rivoluzione ecologica auspicata. Il nostro blitz ha rappresentato proprio questa richiesta di cambiamento. Vogliamo che la vergogna di decenni finisca e si ristabilisca la giusta dignità per l’ambiente e per la popolazione attraverso l’ecogiustizia. Sono le medesime richieste del crescente movimento civico, nato durante il lockdown, che sta animando il territorio del bacino del Sarno. Con una rete che di associazioni, comitati e cittadini dei 39 comuni interessati, per chiedere di ristabilire gli equilibri ambientali e sociali».
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