La Grazia film Sorrentino: trama, significato e apertura a Venezia 82
Eutanasia, dubbio e amore al centro della riflessione del regista napoletano.
Flickr.com: Bruno Chatelin con licenza CC BY-SA 2.0

La Grazia nuovo film di Sorrentino ha inaugurato l’82ª Mostra del Cinema di Venezia tra applausi e riflessioni.
Protagonista è Toni Servillo nei panni di Mariano De Santis, un presidente della Repubblica immaginario, cattolico e giurista, giunto alla fine del mandato.
Vedovo e solitario, De Santis si trova a dover affrontare decisioni etiche e personali che intrecciano politica, diritto e vita privata.
La Grazia film Sorrentino: il dilemma del Presidente
Al centro della trama c’è il tema della “grazia presidenziale“.
De Santis deve valutare due casi complessi: una donna che ha ucciso il marito violento e un uomo che ha tolto la vita alla moglie malata terminale di Alzheimer. Queste scelte diventano simbolo del conflitto tra legge, coscienza e compassione.
Parallelamente, il Presidente è chiamato a decidere sulla firma della legge sull’eutanasia, questione che lo dilania: «Se non firmo sono un torturatore, se firmo sono un assassino», recita Servillo in una delle battute chiave.
Il significato del film
In un’intervista rilasciata all’Adnkronos, Sorrentino ha chiarito: «La Grazia è un film sull’amore e sul dubbio. Troppo spesso la politica ostenta certezze dannose. Il dubbio è responsabilità».
Il regista sottolinea come il personaggio non sia la copia di Sergio Mattarella, anche se alcuni spunti derivano da vicende reali, come la grazia concessa a un uomo che aveva ucciso la moglie malata di Alzheimer.
Anche Toni Servillo, alla sua settima collaborazione con Sorrentino, ha rimarcato che il suo personaggio non è un ritratto diretto di Mattarella: «Quanto ci siamo ispirati a Mattarella da 0 a 10? Zero», ha dichiarato durante la conferenza stampa veneziana.
Secondo l’attore, il film racconta piuttosto la funzione dei Presidenti della Repubblica come punti di riferimento in momenti di smarrimento collettivo.
Il cast: Toni Servillo, Anna Ferzetti e una sorpresa musicale
Accanto a Servillo troviamo Anna Ferzetti, nel ruolo della figlia Dorotea, giurista che affianca e stimola il padre nelle sue decisioni più complesse. La sua interpretazione è stata molto apprezzata per intensità e delicatezza, tanto che la stessa attrice ha definito il film «il più importante della mia carriera».
Tra le sorprese spicca la partecipazione del rapper Guè, che nel film riceve un’onorificenza dal Presidente De Santis: una scena ironica e pop, che alleggerisce i toni solenni dell’opera e riflette la volontà di Sorrentino di contaminare il racconto istituzionale con frammenti della cultura contemporanea.
La Grazia film Sorrentino: temi universali come amore, responsabilità e tempo
Oltre alla politica, il film esplora il dolore privato del Presidente per la moglie scomparsa, il rapporto complesso con la figlia Dorotea e il peso della memoria.
Sorrentino definisce La Grazia «un film d’amore in tutte le sue forme: coniugale, filiale, istituzionale». L’opera diventa così una riflessione sulla responsabilità etica, sull’integrità e sulla necessità di accogliere il dubbio come strumento politico e umano.
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