16 Febbraio 2022

La Corte Costituzionale ha respinto il referendum sulla cannabis: è «inammissibile»

da Il Fatto Quotidiano

referendum cannabis

Cannabis, bocciato il quesito sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis: referendum “inammissibile”

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis.

Ad annunciarlo è stato il presidente della Consulta, Giuliano Amato al termine della Camera di consiglio.

Amato ha esposto le motivazioni: così come era stato formulato il quesito avrebbe portato «alla violazione di obblighi internazionali» e avrebbe prodotto «l’inidoneità allo scopo».

Il presidente della Corte ha dichiarato che «il quesito referendario non era sulla cannabis ma sulle droghe pesanti, insistendo sui quei commi dell’articolo 73 del testo unico degli stupefacenti che non contenevano la cannabis, ma facevano riferimento a sostanze che includono papavero e coca, da qui la violazione di obblighi internazionali».

Istantanea la risposta di Riccardo Magi, +Europa, tra i promotori del referendum: «È un colpo durissimo per la democrazia in Italia. Sicuramente la Corte ha fatto quello che il presidente Amato aveva detto che non avrebbe fatto: cercare il pelo. Alcune delle motivazioni riportate hanno dell’incredibile».

Come si legge sul sito del comitato per il referendum, il quesito propone effettivamente «di depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi pianta», non soltanto della cannabis. Il comitato specificava però che «la cannabis è l’unica sostanza che non richiede ulteriori passaggi prima di essere consumata» e che se il referendum fosse passato «la detenzione di piante, foglie e fiori a fini di spaccio e le attività di fabbricazione, estrazione e raffinazione, necessarie ad esempio alla cocaina e l’eroina» avrebbero continuato «a essere punite».

Per questo referendum il comitato promotore aveva raccolto oltre 630 mila firme. L’obiettivo era legalizzare il consumo della cannabis – considerata droga leggera – per colpire anche le filiere di spaccio, indirizzando poi le azioni repressive sulle organizzazioni criminali violente.

I detrattori del referendum sono convinti, invece, che legalizzare la cannabis significhi promuovere il consumo di stupefacenti. Secondo il Comitato del no, che considera le droghe tutte dannose, il referendum sulla depenalizzazione della cannabis persegue uno scopo nettamente incostituzionale.

 

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