11 Ottobre 2016

Il Jolly di Bibbiena: Emanuele Giaccherini

Giaccherini

Un Jolly. Nato a Bibbiena, Emanuele Giaccherini potrebbe essere l’uomo in più. In questi giorni convulsi a Castel Volturno, Sarri sta facendo le prove per sopperire alla pesante e lunga assenza di Milik. L’attaccante polacco resterà fermo almeno fino alla primavera. Sarà quindi necessario trovare delle contromosse tattiche.

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Milik si è operato. Tutto bene. Resterà fuori almeno quattro mesi, poi si capirà come avrà reagito all’infortunio e quando potrà tornare ad essere decisivo.

Il Napoli potrà provare a recuperare a gennaio, magari richiamando all’ovile Duvan Zapata. A Gennaio, infatti, scade l’accordo dei due anni che tiene legato il giovane attaccante colombiano ai friulani.

Ma da qui a gennaio ci saranno una quindicina di partite, tutte fondamentali per non mandare, prematuramente all’aria questa stagione.

Una grande squadra non può smarrirsi alla prima difficoltà.

L’unica prima punta di ruolo rimasta si chiama Manolo Gabbiadini, ma è impensabile che il giovane bergamasco si sobbarchi il peso dell’attacco per un periodo così lungo.

Urge trovare soluzioni alternative. Al Napoli non mancano le punte veloci, esterni d’attacco che all’occorrenza e con i giusti movimenti, possono stringere al centro e far male, senza dare punti di riferimento.

Oltre ai sempre presenti Mertens, Calejon e Insigne, quest’anno il Napoli dispone di un’arma in più. Emanuele Giaccherini, l’uomo che spesso è partito a fari spenti e che è stato capace di ritagliarsi spazi importanti. Lo fece con la Juve di Conte, il quale si mostrò non poco turbato quando il giocatore venne ceduto in Inghilterra.

Conte lo ha sempre stimato molto, per la sua capacità di adattamento a schemi e ruoli differenti. Tanto è vero che non ha voluto privarsi del piccolo Jolly, nemmeno in nazionale.

Anche agli europei, Giaccherini, era partito senza grandi aspettative e anzi, qualcuno aveva storto il naso. Invece il ragazzo è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, come esterno a tutta fascia, nel 3 5 2 di Conte, divenendone una pedina imprescindibile.

Potrebbe accadere lo stesso in questa stagione. Le caratteristiche di Giaccherini sono note, corsa, tecnica ed abnegazione tattica ne hanno fatto una risorsa importante per tutti gli allenatori che lo hanno avuto a disposizione.

Giaccherini è sempre stato l’uomo in più, quello che doveva stare in panchina  e che poi è diventato titolare, uno di quelli che non parla mai fuori dal campo, ma la cui presenza sull’erba si sente, soprattutto per la sua facilità ad indossare abiti tattici cangianti.

Era stato preso per far riposare Callejon, perché poteva, come lo spagnolo, interpretare sia la fase attiva, che quella passiva, con eguale naturalezza, ma le contingenze costringono Sarri a vederlo in una luce differente, e siamo certi che già a partire dalla gara con la Roma di sabato prossimo, il piccolo Jolly di Bibbiena non sarà più un semplice comprimario, da inserire gli ultimi dieci minuti.

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