22 Luglio 2016

Isole Minori Settime: l’EP “Elemosina” è un delirio di originalità

Isole Minori Settime

Circola in rete e “in giro” un interessante esperimento musicale. “Elemosina” è il titolo dell’EP autoprodotto  dalla band napoletana Isole Minori Settime. Ecco la recensione di Napoli.zon

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Isole Minori Settime, iniziamo col chiarire chi sono. È successo che Lorenzo Campese, Enzo Colursi e Alessandro Freschi si siano messi a scrivere canzoni, a suonare e a cantarle. Metteteci poi l’intrusione ben accolta di Alessandro Bellomo alle percussioni e Marco Maiolino al basso e otterrete le Isole Minori Settime. 

Isole Minori settime

Isole Minori settime

“Elemosina” è l’EP live registrato dalle Isole Minori Settime al Cellar Theory di Napoli, in occasione della presentazione del singolo “Goffredo” che negli anni precedenti insieme con “Non cambiare traccia” aveva segnato gli esordi musicali del gruppo.

Isole Minori Settime

Copertina EP “Elemosina”

Una sana sbronza musicale. Ritmica energia da sudore, quello che si raccoglie di goccia in goccia, di piazza in piazza. Un turbine di follia compositiva, mista ad un sobrio senso per la scrittura. È questa l’impressione iniziale dopo l’ascolto di “Elemosina”.

Andiamo nel vivo dello stile delle Isole Minori Settime e passiamo in rassegna le immediate sensazioni percepite dalla messa in play delle 6 tracce che confezionano “Elemosina”.

  1. L’uomo in 3/4

Tutta la gente calpesta/ l’asfalto dell’uomo un po’ incerto

La capo track list è un tripudio celebrativo dell’artista di strada. Un perfetto identikit sociologico di chi vive in un altalenante ed itinerante processo di ricognizione musicale. È da un punto di vista introspettivo, un continuo scandagliare dei preamboli più nascosti della consapevole identità artistica del nomade musicista, tutta da dimostrare. Le sonorità frizzanti (che a tratti ricordano Brunori SAS), accennate, quasi da nenia, potrebbero anticipare il mood portante dell’intero CD. Basta ascoltare il secondo brano, per cambiare idea e trovare lo stupore.

  1. Ombrelli “amori ridicoli” E tante belle cose…

Stilo una scaletta/ fatta di conversazioni.

Una delle atmosfere più interessanti dell’EP e non soltanto per la scelta di una titolatura insolita e piuttosto “ingombrante”. Uno scanzonato racconto di una storia d’amore andata a male. Molto più  probabilmente, un fittizio  strumento narrativo per celare la vera storia di “Improbabili scrittori” che altro non sono che gli stessi membri della band Isole Minori Settime. Un irresistibile pianoforte appoggiato, reminiscenze jazz calibrate e per niente ostentate.

  1. Volare

Ma era la macchina di Dio /affianco alle puttane in tangenziale.

Sale la tensione che vibra tra le corde della chitarra, graffiata con prepotenza. Dilaga una scrittura arrabbiata e “strafatta” che raggiunge l’eccesso di una forte ubriacatura. Le Isole Minori Settime in questo brano spiattellano nelle orecchie dell’ascoltatore un urlo generazionale e mettono negli occhi scenari di quotidiana disfatta. Dal punto di vista strumentale è eccezionale l’organica disarmonia che assicura una resa finale di effetto. Ascoltare lo stridore della vocalità in “Volare” è come andare sulle montagne russe.

  1. Il Gioco Dell’oca

A volte ho quasi voglia di ovvietà.

E se l’ordinario e caotico caos cittadino assomigliasse ad un gioco? Meglio, se avesse proprio l’aspetto di uno dei giochi da tavolo più amati di sempre, “Il Gioco Dell’oca”? Le Isole Minori Settime in questa traccia ludicizzano il contesto metropolitano e lo mettono in musica, ricorrendo ad un sound leggero e ridondante. Da notare le continue allusioni ai meccanismi di funzionamento del gioco che rendono ancor più avvincente l’integrale ascolto del brano, quasi come se si aspirasse per primi a raggiungere la casella finale.  

  1. Lune storte

A tredici anni l’amore/ era toccarsi tra le gambe.

La bellezza del testo spicca sicuramente sulle altre tracce, per retroscena amalgamati a note soffuse. Emerge in “Lune storte” l’appiglio più romantico del caleidoscopico elenco che compone le mille anime di “Elemosina”.

  1. Elemosina

Il marciapiede è il mio lavoro.

Coraggiosa la scelta di porre la title track a chiusura dell’EP, forse un gesto provocatorio che ha a rifletterci, il suo perché. “Elemosina” va infatti a chiudere un circolo vizioso e rimanda inevitabilmente alla 1. “L’uomo in 3/4”, dove tutto ha avuto inizio. Impossibile non accompagnare il motivetto accattivante con lo scuotere del capo e impossibile non alzare il volume al massimo.

“Elemosina” è un EP da ascoltare in dormiveglia, quando si è in pieno ibridismo sensoriale. Poiché altrove sarebbe impensabile cogliere interamente il delirio di originalità che investe questo prodotto discografico che va gustato, incoraggiato e soprattutto acquistato.

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