Intervista a Calzona: l’allenatore si racconta a ‘Cronache di spogliatoio’
INTERVIST A CALZONA – Il neo mister del Napoli si è raccontato ai microfoni dei colleghi di Cronache di Spogliatoio rivelando alcuni retroscena del suo arrivo all’ombra del Vesuvio, per un ritorno ricco di adrenalina ma pieno di responsabilità.
Il momento della chiamata “Mi trovavo in Calabria perché i miei genitori vivono li, perché stiamo ristrutturando un appartamento, ero con mio fratello, dovevo stare quattro giorni ma non è stato così. Stavo camminando al mare, perché io tutti i giorni passeggio al mare quando posso almeno 10 km, stavo aspettando un peschereccio col pesce fresco e ho ricevuto una chiamata da un dirigente del Napoli e chiaramente non ho comparato il pesce”.
L’intervista a Calzona continua: paura e responsabilità
Hai pensato per un attimo: rischio di bruciarmi? “La telefonata è durata 40’, ma mentre loro parlavano pensavo. Non ho mai avuto il minimo dubbio. E un’offerta del genere non si può rifiutare, la comfort zone non fa per me, io amo lo sfide, sono andato in un Paese che non conoscevo come la Slovacchia e poi Napoli fa parte della mia vita, tornare e dare una mano era troppo importante”.
Chi l’ha saputo? “Ai miei genitori non ho detto niente fino a sera perché hanno una certa età e non volevo che si agitassero. Mio padre guarda il Napoli sempre, indipendentemente dal fatto che io ora sia l’allenatore”.
Com’è stata la prima volta che sei entrato al Maradona da primo allenatore, contro il Barcellona? “Venivo su dalla Calabria con una macchina a noleggio, ero in tangenziale, ho tirato giù il finestrino e ho cacciato giù un urlo tanta era l’adrenalina e la gioia di tornare a Napoli con questo nuovo ruolo. Riesco poi a essere misurato quando entro dentro lo stadio, ma questa volta è stato diverso perché ho sentito il carico della responsabilità di rappresentare una Regione. E con me la mia famiglia perché si rendeva conto del peso di tutto ciò”.
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