Il Covid e l’intelligenza: un nuovo studio rivela coseguenze cognitive
Un recente studio delle Università di Oxford e Leicester pubblicato su 'Lancet Psychiatry' evidenzia la riduzione del quoziente intellettivo dopo l'infezione da Covid, rivelando sintomi e conseguenze a lungo termine.
Il Covid e l’intelligenza – Il Covid-19 continua a rivelare le sue insidiose conseguenze anche a distanza di anni dall’infezione.
Uno studio coordinato dalle Università di Oxford e Leicester e pubblicato sulla rinomata rivista “Lancet Psychiatry” ha dimostrato che il virus può ridurre il quoziente intellettivo (QI) nei pazienti che hanno contratto la malattia.
Il Covid e l’intelligenza: la ricerca
La ricerca ha analizzato pazienti ricoverati durante la prima ondata della pandemia, sottoponendoli a test specifici per valutare le loro capacità di memoria e logica. I risultati hanno evidenziato non solo l’insorgere di sintomi come depressione, ansia e stanchezza, ma anche significativi disturbi cognitivi, in particolare problematiche di memoria.
Gli effetti a lungo termine del Covid sul QI
I dati mostrano che le difficoltà cognitive possono manifestarsi già sei mesi dopo l’infezione, con effetti sempre più evidenti fino a 36-48 mesi successivi. In termini di QI, i ricercatori hanno registrato una diminuzione di ben 10 punti, sottolineando l’impatto a lungo termine del Covid sulle capacità cognitive.
Sintomi e deficit cognitivi
Circa il 20% dei pazienti ha riportato sintomi gravi di depressione, mentre il 12% ha manifestato ansia e il 25% ha denunciato problemi di memoria, con il deterioramento delle condizioni che aumenta nel tempo. Un quarto dei partecipanti ha anche dovuto cambiare lavoro a causa di difficoltà legate all’attenzione e alla memoria.
Questi risultati evidenziano l’importanza di continuare la ricerca sulle conseguenze fisiche e cerebrali dell’infezione da Covid-19, per comprendere appieno l’impatto del virus sulla salute mentale e cognitiva a lungo termine.
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