“I Napoletani devono bruciare”: nuovo caso di discriminazione da parte di una ditta
Discriminazione contro i Napoletani; un ditta metalmeccanica a Pomigliano d’Arco espone un cartello pubblicitario offensivo
Discriminazione contro i Napoletani da parte di una ditta, la Tiberina, situata nello stabilimento FCA di Pomigliano d’Arco.
I primi a dare la notizia sono i nostri colleghi dei giornali locali Vesuvio.LIVE e Journo.it; che descrivono la situazione in modo approfondito.
Tutto è cominciato con la seguente frase scritta sul display dell’azienda:
«Bisogna bruciare tutto: Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti anche perché i napoletani sono un rifiuto».
La frase choc sarebbe stata ideata dal proprietario della Tiberina; l’imprenditore Dario Liccardo, nato a Napoli ma cresciuto a Latina.
La scritta ha dato origine a diverse polemiche e controversie tra i suoi stessi dipendenti.
Il blog Juorno.it ha riportato la seguente risposta del direttore della ditta.
“C’è stata una cattiva interpretazione. Io sotto il post ho anche scritto che dobbiamo reagire a questi giudizi con comportamenti adeguati. Io non sono razzista, sono napoletano, ci mancherebbe”
Infatti, il direttore ha affermato di non essere mai stato razzista; che avrebbe usato toni sarcastici per “spronare” i suoi operai a essere più attivi, ordinati e competititvi.
In risposta a Liccardo, è arrivata la Fiom; la quale ha denunciato non solo la frase razzista ma anche le condizioni degli operai disposti a lavorare senza aria condizionata nonostante l’ondata di caldo di questi giorni.
I sindacati hanno anche chiesto il licenziamento dello stesso diretto direttore definito incompetente; così hanno sospeso le attività lavorative.
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