“I cantieri della storia”: così Federico Rampini racconta le rinascite dell’uomo dopo le catastrofi
Il nuovo libro di Federico Rampini, “I cantieri della storia”, racconta i retroscena delle grandi rinascite dell’umanità avvenute dopo immani catastrofi
Rinascere, ripartire, ricostruire. Ne abbiamo un gran bisogno oggi e ne avremo ancor di più quando l’emergenza sanitaria sarà terminata e inizierà (o proseguirà) quella sociale ed economica. La buona notizia, secondo Federico Rampini – giornalista de La Repubblica, scrittore e saggista molto prolifico, in particolare in ambito storico e geopolitico – è che sappiamo farlo. Come umanità abbiamo già affrontato crisi spaventose, da cui sembrava impossibile uscirne indenni. Eppure lo abbiamo fatto, ripartendo dalle macerie e ricostruendo il futuro per le generazioni successive. Nel suo ultimo libro, “I cantieri della storia” edito da Mondadori, Rampini racconta alcune delle più importanti rinascite della storia dell’umanità.
Il declino di Roma e la rinascita europea
Si parte dall’Impero Romano, archetipo di ogni decadenza, capace di influenzare tutti i grandi imperi dei secoli successivi. Tutti, da quello germanico a quello ottomano, passando per quello britannico e il post-moderno impero americano, ambiscono a quella grandezza. Ma tutti, al contempo, temono la medesima fine e pertanto ne studiano le dinamiche, per tentare di rinvenirne le cause. Il ruolo determinante delle pandemie – come la “Peste antonina”, molto probabilmente un’epidemia di vaiolo -, quello dei cambiamenti climatici e dei grandi flussi migratori rendono quel declino ancora più attuale.
Il tramonto dell’Impero porta con sé una grande povertà, che non è solo economica, ma anche culturale. C’è un momento in cui si piomba in un arretramento spaventoso, nell’anarchia e nel caos, dove si rischia di perdere tante conoscenze scientifiche e filosofiche avvenute nel corso dei secoli. Da quelle macerie, però, viene ricostruita una civiltà “europea”, che ha posto le basi per il futuro Rinascimento e probabilmente per l’Illuminismo settecentesco. Un ruolo straordinario in quest’opera di ricostruzione, secondo Rampini, è quello avuto dai monaci amanuensi che, grazie al loro lavoro, hanno permesso alle grandi opere greche e latine di arrivare fino a noi, conservando un sapere immenso che ha poi posto le basi per le conquiste scientifiche e culturali dei secoli successivi.
Le rinascite americane
Gli Stati Uniti d’America sono un grande cantiere della storia. Una delle grandi tragedie vissute dagli americani – probabilmente la più grande, secondo Rampini – è la guerra civile tra il Nord e il Sud, combattuta dal 12 aprile 1861 al 23 giugno 1865 in seguito all’interdizione della schiavitù. Si tratta di una pagina di storia fondamentale, che ha segnato in modo indelebile la società americana, in particolare sulla questione razziale.
Dopo la vittoria dell’esercito del Nord guidato da Abraham Lincoln è seguita la reconstruction, la ricostruzione del Sud devastato dalla guerra, dall’occupazione militare. Un laboratorio che genera il cosiddetto “movimento progressivo”, immagine di un’America che risorge dalle ceneri dello schiavismo e si dirige verso conquiste epocali come il diritto di voto delle donne e i diritti degli operai. A quegli eventi si sono ispirate opere monumentali come “La capanna dello zio Tom” e il celebre “Via col vento”.
Sempre negli USA, circa 80 anni dopo, si verifica quella che potrebbe essere definita come la madre delle crisi moderne: la Grande Depressione degli anni’30, scatenata dal crack di borsa del 1929 e che tanti punti in comune ha con la crisi attuale, in particolare per la sua portata globale. La crisi getta la civiltà americana nel disordine e nel caos. Salvifico è il New Deal di Franklin Delano Roosvelt, il piano di riforme economiche e sociali attuato dal 1933 al 1937. Un modello ancora oggi utilizzato come riferimento per le politiche di sviluppo.
Dal Giappone alla Francia passando per il Piano Marshall: le rinascite del ‘900 raccontate da Rampini
Segue il racconto di altri cantieri della storia, come la ricostruzione dell’Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale. Qui, Rampini racconta il ruolo decisivo del Piano Marshall, in un parallelismo necessario con l’attuale discussione sul Recovery Fund. All’interno di quel miracolo europeo, però, vi è quello francese, assai più sorprendente dei pur più dibattuti miracoli tedesco e italiano. La Francia, infatti, veniva da ben tre sconfitte ravvicinate, il secondo conflitto mondiale, l’Indocina e l’Algeria, ritrovandosi con un sistema politico a pezzi.
Infine, le rinascite asiatiche. In primisi, quella giapponese, un caso emblematico e unico nella storia. Dopo la sconfitta e ben due bombe atomiche, il Giappone accetta l’imposizione della liberaldemocrazia da parte degli americani e lo fa in un modo straordinario, costruendo un sistema democratico ancora oggi tra i più efficienti al mondo, capace di superare brillantemente catastrofi come l’incidente nucleare di Fukushima e l’attuale pandemia di Covid-19. Della Cina, invece, è memorabile il riscatto dopo due abissi: la Rivoluzione culturale nella seconda metà degli anni Sessanta e il massacro di Piazza Tienanmen nel 1989. Il dragone è andato ben oltre le aspettative, fino ad arrivare agli albori di un “secolo cinese”.
Rampini ci offre, dunque, una collezione di storie positive, che iniziano con prove drammatiche da affrontare e si concludono con storie di rinascita collettiva. Un messaggio di speranza e buon auspicio, nell’ottica di una futura ripartenza dopo la pandemia.
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