Gregory Mertens: il giovane calciatore belga colpito da un infarto
Paura in Belgio dopo il malore occorso al giovane calciatore Gregory Mertens, ecco una digressione su casi simili
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Il mondo del calcio è ricaduto nello sconforto dopo che, in Belgio, durante un’ amichevole tra le squadre riserve del Genk e del Lokeren, al 20° minuto di gioco, il giovane giocatore belga Gregory Mertens si è accasciato al suolo, colpito da un infarto. Immediatamente soccorso dagli staff medici a bordo campo di ambo le squadre e rianimato grazie alla presenza del defibrillatore sul campo di gioco, il giovane difensore è stato successivamente trasportato all’ospedale, ma versa in condizioni critiche ed è, al momento, in stato di coma farmacologico.
Quando accadono certi episodi, la mente degli appassionati del mondo del calcio torna indietro e ricorda che nello sport professionistico si corrono sempre questi rischi. Gli esempi sono purtroppo numerosi e partono dal lontano 1977 con la morte di Renato Curi, calciatore del Perugia, durante una partita contro la Juventus. I conoscitori della pallacanestro ricorderanno anche il cestista statunitense Pete Maravich morto, dopo il ritiro dall’attività agonistica, nel 1988 che per una malformazione aveva vissuto per 41 anni – di cui 10 passati giocando in NBA ad altissimo livello – senza l’arteria coronarica sinistra. Purtroppo i casi non si sono fermati lì: basti ricordare, negli ultimi 15 anni, il calciatore camerunese Mark Vivien Foe, l’attaccante ungherese Miklos Feher, i due calciatori spagnoli Antonio Puerta e Daniel Jarque, l’ultimo dei quali deceduto in ritiro a Coverciano, mentre la sua squadra, l’Espanyol, era impegnato in una tournée in Italia. Tutto questo senza dimenticare il dramma che ha colpito di nuovo l’Italia nel 2012 con il decesso di Piermario Morosini calciatore del Livorno, morto a Pescara durante una partita di Serie B.
Questi eventi, che purtroppo non sono la totalità dei decessi in campo per infarto, pongono seriamente l’accento sul problema dei controlli medici che non si dimostrano all’altezza nel mondo sportivo. Non tutta la situazione è però da considerarsi negativa. Si può infatti ricordare il ritiro di Domenico Fioravanti, nuotatore oro olimpico a “Sydney 2000”. Al campione nel 2004, durante le visite di routine prima delle Olimpiadi era stato diagnosticato un malfunzionamento cardiaco. Seppure all’estero abilitato all’attività agonistica – tant’è che all’epoca ha ricevuto una faraonica offerta dal Qatar, poi declinata – ha rinunciato alla carriera professionistica per dedicarsi al commento tecnico delle gare di nuoto.
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