7 Febbraio 2021

Google misurerà la nostra frequenza cardiaca utilizzando la fotocamera dello smartphone

Credit immagine: Google

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All’interno dell’app Google fit, l’azienda inserirà una funzione con cui riuscirà a misurare la frequenza cardiaca dell’utente attraverso la fotocamera. Lancio previsto per fine mese

Google sta introducendo funzionalità che consentiranno agli utenti di effettuare misurazioni vitali utilizzando solo la fotocamera che hanno già sul proprio smartphone. L’intento è quello di espandersi ad un target completamente nuovo di persone, mettendo a disposizione di tutti funzionalità tipicamente disponibili solo su dispositivi indossabili dedicati. A partire dal prossimo mese, infatti, gli utenti saranno in grado di misurare sia la frequenza cardiaca sia la frequenza respiratoria utilizzando solo la fotocamera del proprio dispositivo.

La funzione sarà inserita all’interno dell’app Google fit, una piattaforma di health-tracking che consente il monitoraggio della Salute sviluppata dall’azienda californiana, e inizialmente disponibile esclusivamente sui telefoni Google Pixel. L’intenzione, però, è quella di allargare la platea e offrirlo per altri dispositivi Android nell’immediato futuro.

Google misura la frequenza cardiaca dell’utente: come funziona

In genere, l’esecuzione di queste misurazioni richiede hardware specializzato, come i cardiofrequenzimetri a luce rossa o verde che si trovano sugli Apple Watch o sui fitness tracker (come quelli realizzati da Fitbit acquisiti, tra l’altro, dalla stessa Google). Gli sviluppatori, invece, sono riusciti a sviluppare metodi basati sulla visione artificiale per effettuare queste misurazioni utilizzando hardware comuni, come le fotocamere per smartphone, che si dice possano produrre risultati paragonabili a quelli clinici.

Per calcolare la frequenza respiratoria, la tecnologia si basa su una tecnica nota come “flusso ottico“, che monitora i movimenti del torace di una persona mentre respira e la utilizza per determinare la frequenza dei cicli inspirazione-espirazione. Per la frequenza cardiaca, invece, Google utilizza la fotocamera per rilevare “sottili cambiamenti di colore” nella punta dell’utente. Ciò fornisce un indicatore sulla misura in cui il sangue ossigenato scorre dal cuore attraverso il resto del corpo. I dati di convalida dell’azienda (ancora soggetti a revisione esterna) hanno mostrato, per ora, un’accuratezza molto elevata, rilevando un margine d’errore del 2%, in media, calcolato su un campione composto da persone con diversi tipi di pelle.

Patel: “portare l’assistenza sanitaria nelle tasche di tutti”

I team hardware e software di Google, inclusa l’unità Google Health, sono guidati dal direttore delle tecnologie sanitarie Shwetak Patel, professore di informatica presso l’Università di Washington, già premiato con un ACM Prize in Computing Award per il suo lavoro nella salute digitale. Patel, in una conferenza stampa di qualche giorno fa, si è detto entusiasta dei risultati raggiunti. “Se pensiamo all’assistenza sanitaria, il viaggio non finisce nelle quattro mura dell’ospedale, ma dobbiamo portarla nelle tasche di tutti“, ha detto alla stampa. Il professore ha poi aggiunto: “Il mio team ha lavorato sui modi in cui possiamo sbloccare il potenziale dei dispositivi intelligenti di tutti i giorni. La disponibilità di potenti sensori nei dispositivi di consumo onnipresenti, combinata con i progressi nell’IA, hanno fatto sì che il monitoraggio quotidiano della salute possa essere più accessibile che mai“.

Naturalmente, Google specifica esplicitamente che i risultati di queste funzionalità non sostituiscono in alcun modo il ruolo del medico. Queste, infatti, sono destinate monitoraggio del benessere generale della persona, il che significa che non sono intesi come strumenti diagnostici o medici. A tal fine, Google Fit non fornisce alcuna guida o consiglio basati sui risultati delle misurazioni; al contrario, l’app fornisce una dichiarazione di non responsabilità generale, specificando che i risultati non sono destinati ad uso medico.

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