Gli agricoltori italiani protestano. La sfilata dei trattori in tutte le regioni italiane
Una protesta civile che sta coinvolgendo anche tutti i cittadini che hanno a cuore la salvaguardia dei prodotti italiani
Gli agricoltori italiani hanno iniziato ieri mattina intorno alle 8.00, come preannunciato, la protesta, sfilando con i trattori lungo le strade e le autostrade italiane.
Tanti i presidi di allevatori, agricoltori e cittadini hanno sostenuto le categorie che ormai sono a rischio fallimento.
Gli agricoltori italiani protestano contro le politiche europee: l’aumento del prezzo del gasolio, le tasse (Irpef sui terreni agricoli) aggiunte quest’anno e la spietata concorrenza con i prodotti d’importazione hanno messo un comparto in ginocchio.
Il C.R.A. Agricoltori Traditi, un insieme di comitati locali e regionali presenti su tutto il territorio nazionale, è stato il maggior promotore della protesta.
Tanti presidi, che si sono formati in tutte le regioni nazionali, hanno raggiunto un’ottima affluenza a dimostrazione che il problema è sentito da tutti.
La sfilata dei trattori ha dimostrato che gli agricoltori italiani vertono in gravi difficoltà e hanno svariate istanze da presentare al governo: “Il controllo dei prezzi dei prodotti, l’eliminazione dell’ Irpef sui terreni agricoli, la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari italiani e il controllo degli animali selvatici.” riassumono i Comitati.
Gli agricoltori italiani del C.R.A. – Le dichiarazioni
“Una protesta civile che coinvolge tutti i cittadini che hanno a cuore la salvaguardia dei prodotti italiani (Made in Italy)” chiarisce Danilo Calvani leader del C.R.A. Agricoltori Traditi “La motivazione di tanto consenso intorno a questa protesta è scaturita dal fatto che il popolo è stanco dei diktat, è stanco delle oppressioni, è stanco di vergognose e infami menzogne a cui non crediamo più. Siamo in una democrazia dove la Costituzione è stata violata e tradita per tanto tempo.” aggiunge Calvani “Le rappresentanze sindacali non hanno difeso i nostri diritti e difatti non sono stati i promotori delle proteste, come è successo in Germania per esempio. Le nostre proteste non portano bandiere neanche del C.R.A.” “Le nostre manifestazioni saranno ad oltranza per chiedere al governo l’annullamento dell’Irpef sui terreni agricoli, prevista da quest’anno; rivedere i patti bilaterali con altri paesi extraeuropei sull’importazione dei prodotti agricoli; uscire dall’agenda green europea; fermare scelte politiche come il bando pubblicato dalla Regione Emilia Romagna che invita, dietro ricompensa in denaro, a 20 anni di stop alla produzione agricola.” conclude Danilo Calvani
Gli agricoltori italiani del C.R.A. aderiscono da tutte le regioni italiane
La partecipazione alla protesta è stata massiccia: ieri l’autostrada Salerno- Reggio Calabria è stata per un lungo tratto invasa dagli agricoltori del cosentino.
Anche in Emilia Romagna, nelle Marche, in Abruzzo, in Umbria, in Toscana, nel Lazio, in Puglia, iin Calabria, in Campania, in Veneto, in Piemonte, in Trentino… la sfilata dei trattori si è resa ben visibile.
In Lombardia, tra i vari presidi di Milano, nel quartiere Barona i cittadini hanno dichiarato: “Non vogliamo OGM, noi vogliamo cibi italiani, vogliamo che i nostri agricoltori vendano fino all’ultimo prodotto. Portando al fallimento l’agricoltura la filiera che ruota intorno a questo settore, i trasportatori, gli ambulanti, i commercianti i mercatari resteranno disoccupati.” (video Ansa)
Gli agricoltori italiani dalla Sicilia
In Sicilia la protesta degli agricoltori è iniziata già nei giorni 12, 17 e 20 gennaio con sfilate di trattori che hanno invaso la statale Palermo-Agrigento, la Palermo-Sciacca, i comuni di Poggioreale, Enna, e sfilate di cortei provenienti dalla Valle Del Belice, dall’Alto Belice e dalla Valle del Sosio.
Le proteste dei siciliani sono riassunte in cinque punti, come riportato dai media locali: le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Sicilia favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani.
“Il settore agricolo è in ginocchio costringendo molti a vendere le proprie terre e i giovani ad emigrare all’estero. Pretendiamo investimenti su questo settore, cuore strategico per la Sicilia”. commentano gli agricoltori italiani.
I C.R.A. hanno pubblicato un codice etico sul proprio profilo Facebook per spiegare che “queste azioni non hanno natura «sovversiva o eversiva e che ogni manifestazione si svolgerà in piena collaborazione con la pubblica sicurezza.”
Anche gli allevatori si aggiungono alla protesta degli agricoltori italiani: meno importazione del grano e di altri prodotti agricoli da nazioni europee ed extraeuropee; gli allevatori temono la chiusura degli allevamenti di carne bovina, ovina e suina a causa del progetto europeo per la sostenibilità ambientale che, accompagnato dall’introduzione della carne sintetica, provocherà danni irreparabili all’economia e ai prodotti italiani, con una conseguente chiusura di vari settori italiani.
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