Giornata Mondiale Aids, la Pandemia è sconfitta? Dati ancora allarmanti
Giornata Mondiale Aids, Pandemia finita? Ecco l’intervista al prof. Stefano Vella, docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma
GIORNATA MONDIALE AIDS: LE PAROLE DEL PROFESSOR VELLA- Oggi, 1 Dicembre 2021, è la giornata mondiale dell’Aids. Sono passati precisamente 40 anni dalla scoperta dei primi casi della patologia causata dal virus dell’HIV. Dal 1988 ricorre ogni anno, il 1° dicembre, la Giornata mondiale contro l’Aids. Assicurare a tutti l’accesso a test per l’HIV e alle terapie antiretrovirali è il solo e unico modo per porre fine all’epidemia. Stop alle disuguaglianze, stop all’AIDS: è questo il grido, lo slogan dell’OMS. I dati sono ancora allarmanti: nel mondo ci sono infatti oltre 37,7 milioni di persone che vivono col virus. Di questi, 2 su 3 sono in Africa, zona in cui si registra anche il 70% dei decessi.
LA SITUAZIONE IN ITALIA – In Italia le persone che vivono con l’HIV sono 120-130.000 e nel 2020 si sono registrate 1.303 nuove diagnosi. Il dato è in netto e costante calo dal 2012. I più colpiti dall’AIDS restano gli under 29, per lo più maschi. La regione con il maggior numero di diagnosi nel 2020 è stata il Lazio (con 227 test positivi), mentre Calabria e Basilicata non hanno registrato alcun nuovo caso.
La Pandemia non è ancora sconfitta
Il Professor Stefano Vella, docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma, ha parlato della Pandemia. Ecco le sue parole a SkyTG24: “Gira tantissimo anche accanto a noi, nei Paesi dell’Est, ci sono tantissimi casi soprattutto tra coloro che usano droghe per via endovenosa. In Africa e nel mondo povero ci sono ancora 1 milione e mezzo di casi di infezione ogni anno, quindi questo virus è ancora là, la pandemia non è sconfitta per niente”.
Sulla ricerca del vaccino per l’HIV, il dottor Stefano Vella dice: “Non riusciamo a trovare un vaccino che blocchi questa parte di integrazione, una delle speranze è riuscire a trovare un vaccino terapeutico che impedisca la progressione dell’infezione però per il momento abbiamo bisogno dei farmaci. Sono quelli che tengono sotto controllo l’epidemia”.
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