Gianturco, campo rom: roghi tossici e degrado. La rabbia dei residenti
Gianturco, maxicampo rom abusivo. Il commercio del rame e quei roghi tossici che rendono l’aria irrespirabile. La rabbia dei residenti
Gianturco – Un anno e mezzo. Da tanto, oramai, la vasta area che si apre su via Emanuele Gianturco è sede di un maxicampo rom abusivo.
Un anno e mezzo di degrado, abbandono, proteste, di presunti ed ipotizzabili illeciti.
Una terra di nessuno a cui le autorità paiono disinteressarsi completamente.
E, a rimetterci, sono – come spesso accade – i cittadini.
Cittadini che si trovano ad abitare lungo quel confine che separa il mondo civile da quello anarchico e privo di regole dei rom.
Un muro alzato ad oscurare la vita di dentro, un muro che divide ancor di più il mondo di dentro da quello di fuori.
E quell’aria tossica, divenuta irrespirabile, che i residenti sono costretti a respirare.
Aria tossica, sì, dovuta ai roghi appiccati nella notte, all’interno di quelle mura, per bruciare i più vari materiali e liberare il rame, probabilmente destinato al mercato nero.
Inutili, pare, le numerose, continue segnalazioni dei residenti alle autorità competenti.
In un anno e mezzo ben poco è stato fatto, e la rabbia di chi quell’aria è costretto a respirarla quotidianamente sta raggiungendo limiti imponderabili.
Un micromondo nel macromondo, due realtà che non dialogano, che si scontrano, che non possono trovare accordi ragionevoli, in mancanza dell’intervento delle figure preposte a questo compito.
Bambini rom non scolarizzati, nemmeno l’ombra di un progetto di inclusione.
Aria irrespirabile, dunque, in tutti i sensi.
I cittadini, infatti, lamentano un livello di degrado urbanistico e sociale che sfocia nel disagio: sporcizia, parchi pubblici utilizzati come wc a cielo aperto o comode stanze da letto dove concedersi attimi di intimità davanti a decine di occhi indiscreti.
Giuseppe Alviti, portavoce di Identità Meridionale, tiene a precisare: “Non si tratta di una forma di discriminazione o razzismo verso i Rom, ma della presa d’atto della pericolosità ed invivibilità della situazione anche per loro. Chiediamo nuovamente al Comune di Napoli di intervenire, onde evitare una drammartica – ma prevedibile – escalation di rabbia nei confronti dei rom e liberare la popolazione dalla minaccia-diossina“.
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