Gianluca Cimminiello: giunge la sentenza dopo 14 anni

GIANLUCA CIMMINIELLO SENTENZA-Era il 2 febbraio 2010, quando a Casavatore, Gianluca Cimminiello viene ucciso sulla soglia del suo centro tatuaggi. Il colpevole identificato è Vincenzo Russo, condannato in via definitiva per l’omicidio. Russo quel giorno si era recato allo ”Zendark Tatoo”, aveva chiamato il 31enne per nome, per poi scaricargli contro colpi di arma da fuoco.

I due avevano avuto un alterco a causa di una foto che Cimminiello aveva pubblicato sui social, in cui sembrava essere in compagnia di Lavezzi. Russo, tatuatore di Melito, si era molto indispettito per quell’immagine, che altro non era che un fotomontaggio. I due avevano discusso e il rivale lo aveva minacciato di presentarsi in negozio.

Il tatuatore di Melito, rivoltosi al clan Amato-Pagano era giunto nel centro tatuaggi, insieme ad altri due. Nonostante fosse da solo, Cimminiello, esperto in difesa personale, era riuscito a farli scappare. Il colpevole non ha volto arrendersi e così ha deciso di ”risolvere” la questione, in un secondo momento, a colpi di pistola.

Gianluca Cimminiello sentenza: il ministero aveva rigettato l’istanza presentata dalla mamma

La madre di Gianluca, Nunzia Rizzo, in tutti questi anni, non ha mai potuto vedere il riconoscimento dei benefici previsti per i parenti delle vittime innocenti di mafie. Dalle indagini era emerso che il marito, denunciato da lei stessa e condannato per violenze, avesse cugini con precedenti penali.

Successivamente è stato dimostrato che la famiglia non aveva più rapporti con questi parenti dai primi anni ’80 e anche la signora Rizzo stessa si era separata dal marito nel 1987.

Alla luce di questi dati di fatto, Il Tribunale di Napoli non ha potuto che accogliere l’istanza della madre di Cimminiello, stabilendo l’illegittimità del rifiuto da parte del Ministero. Una battaglia legale che si è degnamente conclusa: Gianluca Cimminiello ha avuto giustizia

FONTE: Fanpage

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