Giancarlo Siani: la morte di un giornalista coraggioso
Trentacinque anni fa moriva il giornalista napoletano Giancarlo Siani, ucciso dal boss camorrista Angelo Nuvoletta per un articolo scritto il 10 giugno 1985
Il 23 settembre di 35 anni fa moriva Giancarlo Siani a soli 26 anni. Era un giornalista napoletano de Il Mattino, ucciso dalla camorra per un articolo scritto il 10 giugno 1985. Nell’articolo Siani informava che l’arresto del boss Valentino Gionta di Torre Annunziata era stato possibile grazie agli alleati Nuvoletta che tradirono Gionta in cambio di una tregua con il clan dei casalesi.
Il lavoro da giornalista
Giancarlo Siani da Torre Annunziata si occupò principalmente di cronaca nera e di camorra e collaborò sia con il periodico l’Osservatorio sulla Camorra, sia con Il Mattino dove approfondì la conoscenza del mondo della camorra e i loro affari illeciti nel mondo della politica. A seguito di numerose inchieste, Siani venne regolarizzato nella posizione di corrispondente dal quotidiano nell’arco di un anno.
Il 10 giugno del 1985 pubblicò l’articolo che lo portò sfortunatamente alla morte. Accusati i fratelli Nuvoletta di aver intrattenuto rapporti con le forze di polizia, organizzarono numerosi incontri per capire come uccidere lo scomodo giornalista.
Il 23 settembre 1985 Giancarlo Siani fu ucciso a bordo della sua Citroen Méhari con 10 colpi alla testa da due assassini.
Vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio, ovvero i fratelli Nuvoletta e Luigi Braccante e gli esecutori materiali dell’omicidio, Ciro Cappuccio e Armando Del Core.
Morto per la verità
L’omicidio di Giancarlo Siani è una triste pagine di storia di un ragazzo morto per aver esercitato il proprio di diritto d’informare, stroncato da chi ogni giorno continua a reprimere la libertà del singolo e di intere comunità. Eppure la morte di Siani è anche la dimostrazione di grande coraggio e di passione per il lavoro che svolgeva, un giornalista che di certo continua tutt’oggi ad ispirare.
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