22 Maggio 2025

Fuori di Mario Martone: unico film italiano in concorso a Cannes 2025

Fuori di Mario Martone racconta Goliarda Sapienza dopo il carcere: sorellanza, libertà e scrittura in concorso a Cannes 2025.

Fonte: locandina ufficiale, profilo Facebook di Mario Martone

Fuori di Mario Martone

Fuori di Mario Martone: Dopo L’arte della gioia, il regista napoletano torna a raccontare Goliarda Sapienza con il suo nuovo film. Il lungometraggio è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2025 ed è l’unico italiano in concorso.

Con una straordinaria Valeria Golino nei panni della scrittrice siciliana, il film esplora il momento della riappropriazione della libertà dopo la detenzione nel carcere romano di Rebibbia, seguendo il percorso intimo, esistenziale e creativo di una donna ribelle, anarchica e fuori dagli schemi.

Fuori di Mario Martone: una storia vera, tra carcere e rinascita

Il film si ispira agli scritti memorialistici di Goliarda Sapienza, in particolare “L’università di Rebibbia” (1983) e “Le certezze del dubbio” (1987). Testi che testimoniano il travaglio della detenzione, ma anche la forza liberatoria della scrittura.

Fuori di Mario Martone prende le mosse da un episodio reale della vita di Sapienza, avvenuto nel 1980: l’arresto per furto di gioielli e la successiva detenzione a Rebibbia.

Tuttavia, Martone, coadiuvato da Ippolita Di Majo alla sceneggiatura, non sceglie la strada del biopic tradizionale. Infatti, racconta il “dopo”, ciò che accade all’uscita dal carcere (ecco spiegato il titolo), quando Goliarda, ormai sessantenne, si ritrova libera in una Roma assolata e straniante.

La regia accompagna lo spettatore in un “road movie dell’anima“, un cammino solitario e riflessivo che ripercorre il legame tra scrittura, identità e spazio urbano. Il risultato è un’opera profondamente politica e poetica.

Un cast al femminile, corale e autentico

Il film è fortemente femminile, sia nel cast sia nei temi.

Valeria Golino torna a confrontarsi con Sapienza dopo aver diretto la serie L’arte della gioia. L’attrice ha raccontato in più interviste il legame profondo che sente con la scrittrice, definendolo “un matrimonio spirituale”. Questa fusione tra interprete e personaggio si riflette in una performance intensa, misurata, ma emozionante. Golino incarna non solo il corpo di Goliarda, ma anche la sua voce, le sue contraddizioni, la sua urgenza di esistere.

Ad affiancarla ci sono Matilda De Angelis nel ruolo di Roberta, un’ex detenuta esuberante e irrequieta, ed Elodie, che sorprende nel ruolo di Barbara, personaggio silenzioso e sensibile. Le due donne accompagnano Goliarda in questo viaggio nel “fuori”, tra passeggiate nei mercatini, visite alle librerie e incontri significativi.

Inoltre, la partecipazione di vere ex detenute tra le comparse conferisce autenticità e intensità alle scene ambientate nel carcere.

La rappresentazione metafisica di Roma

La fotografia di Paolo Carnera disegna una Roma quasi metafisica, calda, estiva, piena di silenzi e contrasti. I luoghi — San Lorenzo, Trastevere, i ponti sul Tevere — diventano specchi dell’anima di Goliarda.

I dialoghi con le compagne di carcere e con le nuove conoscenze servono a scandire il tempo interiore di una donna che si confronta con la propria storia e con il proprio corpo.

Fuori di Mario Martone trionfa a Cannes 2025

Alla sua prima mondiale a Cannes, Fuori ha ricevuto sette minuti di applausi, confermandosi uno dei titoli più forti della selezione ufficiale.

È il terzo film di Martone in concorso sulla Croisette dopo L’amore molesto e Nostalgia, e forse il più personale. Fuori colpisce per la sua capacità di fondere i sentimenti con la dimensione politica, portando al centro del discorso una figura femminile potente e ancora troppo poco conosciuta.

Fuori di Mario Martone è un film “completo” su Goliarda Sapienza e non vuole esserlo. Non indaga pienamente la figura dell’intellettuale anarchica, anticonformista e radicale che fu. Ma restituisce con delicatezza e coerenza uno spaccato autentico della sua umanità: una donna che nella marginalità e nella disobbedienza trova la sua vera forza.

In questo senso, Fuori è un’opera preziosa, che invita a (ri)scoprire una delle voci più libere della nostra letteratura.

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