Frattamaggiore: pizzo in tre rate. Effettuati 6 arresti

Frattamaggiore: pizzo in tre rate. Effettuati 6 arresti – Per quattro anni i protagonisti di questa orribile vicenda avrebbe pagato il pizzo, tre volte l’anno. Per un totale di 6mila euro annuali. Un vero e proprio “abbonamento” criminale da 2mila euro a Pasqua, 2mila a Natale e 2mila ad agosto, imposto con minacce e intimidazioni dal clan Orefice.

A rompere il silenzio, un barista di piazza Risorgimento a Frattamaggiore che, stanco di subire, ha trovato il coraggio di denunciare alla polizia. Partita un’indagine a seguito di quella segnalazione che ieri, mercoledì 13 agosto, ha portato a sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso, firmate dal gip Isabella Iaselli.

Nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia il gruppo facente capo a Michele Orefice ritenuto referente a Frattamaggiore e nei comuni limitrofi di un’articolata struttura camorristica guidata da Francesco Pezzella.

Frattamaggiore: pizzo in tre rate. Effettuati 6 arresti, le accuse.

Con l’accusa di di estorsione tentata e consumata aggravate dal metodo mafioso, sei persone sono state arrestate dalla polizia. L’indagine, è stata coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli. Secondo quanto emerso, gli indagati apparterrebbero al clan Orefice attivo nel comune a Nord di Napoli.

In cella sono finiti Pasquale Pezzullo, 31 anni, e Carlo Vitale, 21 anni, entrambi di Frattamaggiore, e Domenico D’Antò, 20 anni, di Caivano. Notificate anche altre tre ordinanze in carcere: a Michele Orefice, 46 anni, detenuto a Tolmezzo; al figlio Luigi, 20 anni, recluso a Viterbo; e a Salvatore Attanasio, 40 anni, a Poggioreale. Inoltre, Luigi Orefice, arrestato a fine giugno in un blitz anticamorra, è coinvolto anche nel tentato omicidio del pescivendolo-tiktoker Luca Di Stefano.

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