19 Settembre 2021

Fratelli Bianchi, la madre: “troppo clamore per la morte di Willy, manco fosse la regina!”

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Parole scioccanti pronunciate dalla madre dei fratelli Bianchi, accusati di aver ucciso Willy Monteiro Duarte un anno fa: “manco fosse morta la regina!”

Si fa fatica a commentare le parole di Simonetta Di Tullio, madre dei due fratelli Bianchi, imputati insieme ad altri due ragazzi di Artena per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. La donna, durante un colloquio, si è detta preoccupata per quanto emerso dalle parole di uno dei due: “ci sputano nel piatto, ci chiamano infami, una volta mi hanno messo un chiodo nel dentifricio”. Per la donna, questa rabbia sarebbe da ricondurre alla eccessiva – secondo lei – eco mediatica data all’omicidio del 21enne di Colleferro.

“Ho due figli innocenti, puri”, dice la donna, che continua: “la gente, la cattiveria, quello che hanno potuto scrivere, figlio mio. Lo schifo. È una cosa figlio mio che hanno messo in prima pagina, manco se fosse stato… è morta la regina!. Parole terrificanti, che mal celano una cultura criminale recondita, secondo cui la vita di una ragazzo massacrato di botte e ucciso non dovesse meritare attenzione. Una derubricazione, fra l’altro, contraddittoria con la pseudo-consapevolezza sull’innocenza dei fratelli Bianchi.

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I fratelli Bianchi, rinchiusi nel carcere di Rebibbia per il massacro di Willy Monteiro Duarte

Fratelli Bianchi, il nodo sul nome del figlio di Gabriele: “Aureliano come in Suburra”

Dai colloqui emerge, inoltre, un nodo da sciogliere e riguarda il nome da dare al figlio di Gabriele, uno dei due fratelli. Il presunto assassino, infatti, vorrebbe che suo figlio venisse chiamato Aureliano, in “onore” del protagonista di Suburra, serie tv la cui narrazione ruota intorno alle vicende della mafia romana. La fidanzata Silvia Lagada, tuttavia, vorrebbe evitare: “Il 30 ottobre esce la nuova serie di Suburra, si chiama il ritorno di Aureliano. Non si può proprio chiamare così. Vi contestano ogni cosa e io vado a chiamare un figlio Aureliano? So che non c’è niente di male ma tu non ti rendi conto del fuori. Cioè, quello va a scuola, massacrato, appena arriva”, spiega.

Ma Gabriele non ne vuole sapere, suo figlio deve chiamarsi come il gangster protagonista della serie. “Non chiamate mio figlio come un salame, mi incazzo come una bestia, eh!”, dice ai parenti. Insomma, per ora nessun pentimento o presa di coscienza sulle abitudini e la cultura criminale dei fratelli Bianchi, ampiamente testimoniata e raccontata dai loro profili.

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