3 Ottobre 2022

Figlio di un boss in diretta social dal carcere: “è inammissibile”

Figlio di un boss in diretta - Trasmetteva dirette social dalla sua cella nel carcere di Asti, scatta la denuncia di Francesco Emilio Borrelli

Immagine d'archivio

Figlio di un boss in diretta

Figlio di un boss in diretta: si chiama Cristian Esposito ed è il figlio del boss di Bagnoli Massimiliano Esposito detto “‘o Scugnato“.

Come apprendiamo dai colleghi di Napoli Today: «Cristian Esposito si era consegnato al commissariato di Bagnoli il 14 settembre del 2021, dopo essere venuto a conoscenza di essere destinatario di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale dei Minori di Napoli. Il giovane rampollo del clan per due volte era scappato a controlli in strada dei carabinieri. Denunciato per resistenza a pubblico ufficiale si era quindi reso irreperibile».

Tuttavia, invece di scontare la pena per la quale è stato arrestato, Cristian Esposito trascorreva il tempo a registrare la sua vita quotidiana dietro alle sbarre con uno smartphone preso non si sa dove. Ogni giorno, dunque, il giovane detenuto trasmetteva video in diretta sui Social, contravvenendo a quelle che dovrebbero essere le rigide regole delle case circondariali.

Figlio di un boss in diretta – La denuncia è arrivata in primis dal giornalista napoletano Pino Grazioli e poi è stata ripresa dal Consigliere Regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che come di consueto ha riportato il tutto in un post sulla sua pagina Facebook:

Ho deciso di inviare una nota indirizzata al direttore del carcere di Asti per chiedere immediate delucidazioni su quanto accaduto. Va avviata un’indagine per scoprire se Cristian Esposito trasmetteva in diretta sui social dalla propria cella e risalire a chi ha consentito che tutto ciò avvenisse. Non è ammissibile che un camorrista possa disporre di uno smartphone all’interno di un carcere e magari continuare a gestire i propri affari illeciti. Mi aspetto che si faccia luce quanto prima su questa vicenda dai contorni a dir poco inquietanti.

Figlio di un boss in diretta – Stando a quanto scritto da Borrelli, già dopo la denuncia di Grazioli, si è provveduto a perquisire la cella di Esposito per ritrovare e sequestrare lo smartphone. Ciò, però, non basta: sono sempre di più i detenuti che riescono a procurarsi dispositivi digitali, vanificando così il senso della pena e continuando tranquillamente a gestire i propri loschi affari. Bisogna agire.

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