Festa Scudetto Napoli, giornata memorabile
Festa straordinaria sul Lungomare per celebrare il quarto Scudetto del Napoli.

FESTA SCUDETTO NAPOLI, GIORNATA MEMORABILE
Metro affollate dal mattino.
Ragazzi che marinano la scuola per essere presenti e testimoni della storia
Ed incontrano i loro professori nel tragitto.
Bambini eccitati, a cui i genitori hanno fatto la sorpresa di andare sul Lungomare.
E come spieghi loro quante fermate bisogna aspettare da Chiaiano a Toledo?
Ho incrociato persone con difficoltà a deambulare con gli occhi lucidi. Ma contenti di partecipare.
File chilometriche per comprare i giornali, che chissà se leggeranno mai.
Ho visto responsabili della sicurezza controllare che ogni viaggiatore avesse il biglietto da convalidare.
Ed anche persone strappare collane e braccialetti.
Ho assistito a ragazzi e anziani in lacrime. Abbracciarsi e piangere di incredulità.
Perchè in un coro unanime, questo Scudetto è stato sofferto, sudato e in bilico fino all’ultimo respiro.
Professionisti in giacca e cravatta scappare dagli uffici della ‘Napoli bene’. Ragazze in reggiseno. Bambini e signore tuffarsi a mare.
C’era chi si bagnava la testa e chi ha avuto cali di pressione.
E chi come me, ha preso un’abbronzatura come mai il 26 maggio.
Festa Scudetto Napoli, oltre duecentomila per il tricolore
Preoccupazioni e timori di un’organizzazione, che in realtà ha avuto pochi attimi di tensione. Almeno non come dalle parti di Liverpool.
I gruppi organizzati spingevano per arrivare a Piazza Vittoria.
E tanti cittadini seguirli per poter prendere un ‘posto migliore’.
Il traguardo di un percorso di 2,5 km con gli autobus scoperti, scortati da fumogeni, cori, torce.
E una fiumana di anime partenopee. Duecentomila, forse di più.
Anzi, sicuramente di più. Perché tifosi ed appassionati spuntavano da ogni angolo.
Da Piazza Sannazzaro a Via Cesario Console. Passando per Viale Gramsci, la Riviera di Chiaia e Via Santa Lucia.
La Villa Comunale e la strada dell’Ammiraglio F.Caracciolo.
Come in un film sbarcano gli azzurri con gli armatori, facenti parte della compagnia di navigazione e sponsor della società.
Acclamati, applauditi e ringraziati da una città in delirio.
C’è chi beve la birra, chi il mate. Il Capitano fuma il sigaro.
Il camerunense è più silenzioso. Mazzocchi abbraccia e bacia lo scozzese.
Mentre Politano si impossessa gelosamente del megafono. Seguito da Spinazzola. Neres balla e canta. In perfetto stile brasileiro.
Romelu racconta l’amare con Conte. Visibilmente commosso e Oriali non crede ai suoi occhi.
Mentre Aurelio De Laurentiis, davanti agli occhi vigili di Baldari quasi conferma l’acquisto di Kevin De Bruyne.
Le casacche di McTominay vanno a ruba. Subito dopo Lukaku.
E poi Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Buongiorno.
Ma c’è chi non ha avuto modo di comprare una nuova maglia.
Per scaramanzia, per tempo. O semplicemente per evitare una nuova spesa.
E allora scende in piazza con la maglia di Kvaratsekhelia, Osimhen, Lozano.
O decide di indossare la maglia di Sua Maestà Maradona. Che va sempre bene.
Perchè Diego è materia viva immanente e trascendente.
Invocato da ragazzi che nemmeno l’hanno conosciuto. E visto giocare.
Testamento genetico di chi ama Napoli e la maglia azzurra più della propria vita.
Ho visto persone correggere le maglie con il ‘numero tre’ con un pennarello ed aggiornarlo al ‘numero quattro’.
E così con le sciarpe, gli striscioni e le bandiere.
E chi invece sfoggiava con orgoglio anche gli indumenti e i gadgets di due anni fa.
Ho visto turisti increduli al Murale di Diego, in Via Emanuele de Deo.
E persone incitare la folla, perchè è un giorno di festa.
Prendersi il buono dalla vita, perchè l’indomani è un giorno di lavoro.
Ho visto persone in fila anche per un’ora attendere il proprio turno nei bar. Per ristorarsi e prendere un bicchiere d’acqua.
Lucida follia e spontaneità unica di un popolo che è impossibile rinvenire altrove.
Umorismo, sportività e orgoglio a corredo di un evento storico.
Attimi che chissà quando pensavamo di poter rivivere.
Altra attesa di trentatré anni, dicevano.
E invece siamo qui. A chiedere permessi a lavoro.
A sfruttare ore di ferie arretrate. Per correre in direzione Lungomare. Per essere uno degli oltre Duecentomila.
Perchè è proprio vero.
Si può essere felici nel posto più bello del mondo.
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