Fase 2: non dimentichiamo i clochard, l’appello
Fase 2 alle porte, non dimentichiamo i clochard: parte l’appello per la tutela dei senza fissa dimora
Fase alle 2 alle porte: parte l’appello per i clochard “L’esercito degli invisibili ed ultimi”.
La fase due sta per iniziare e in tanti consultano morbosamente le FAQ del Governo per poter comprendere cosa si può fare e cosa no, cercando di capire quando De Luca imbraccerà il suo lanciafiamme e verrà a ribadirci, a suon di ordinanze scandite da dirette facebook, che l’emergenza non è ancora finita; intanto dai propri balconi molti cittadini si scoprono gli Starsky & Hutch della situazione, urlando di restare a casa, minacciando fotografie e video, millantando l’arriva di chissà quale funzionario di pubblica sicurezza.
In tutto questo, però, c’è chi una casa non ce l’ha, sono i clochard, quelli che insieme formano l’esercito degli invisibili.
I clochard sono quei cittadini che quando ci chiedono la carità, fuori dal tabaccaio di turno, spesso e volentieri ignoriamo, allontanandoci dal quella “puzza” nauseabonda, che altro non è che l’odore della povertà e dell’indifferenza, di chi possiede un tetto sulla testa e delle istituzioni, le quali hanno il dovere costituzionale, etico e morale di rappresentare anche loro, invece succede che a Sassuolo, la giunta di cdx ha deliberato che non si può fare la carità ai poveri, negando loro anche la possibilità di acquistare, con qui pochi spiccioli, una mascherina a 0,50 cent.
I clochard sono dei cittadini che non sono cittadini, perché sono invisibili – non avendo una residenza, ma dormendo dove capita oppure presso le stazioni non è facile rintracciarli – e di conseguenza non hanno diritto a sussidi o ad agevolazioni varie, non hanno diritto a ricevere il tampone; le uniche forme di assistenza che ricevono sono quelle delle associazioni e della Caritas, che operano sui diversi territori, offrendo loro un supporto gratuito e continuativo, ottemperando al principio di sussidiarietà orizzontale, sancito dall’articolo 118, comma quattro, della Costituzione.
Il suddetto articolo non è altro che l’attuazione dei doveri inderogabili di solidarietà politica, sociale ed economica, di cui all’articolo 2 della stessa Costituzione, principio di cui spesso negli ultimi anni ci siamo dimenticati in nome dell’egoismo e del capitalismo economico, il quale privilegia l’egoismo invece del “comunitarismo” e della solidarismo economico.
Il Covid19, però, ci offre la possibilità di cambiare i paradigmi esistenti e di rivoluzione il cambiamento dell’epoca in cui ci troviamo, unendo i singoli individui attraverso la forza più potente che esista al mondo: l’amore.
Si potrebbe iniziare attuando una possibilità prevista dalla legge, ovvero la requisizione in uso e/o l’occupazione temporanea delle strutture alberghiere per ospitare i clochard attualmente costretti a vagare per la città per trovare del cibo e un posto dover dormire, riducendoli a vettori di sé stessi e aumentando il rischio di un contagio di ritorno, visto che i senza tetto prediligono i mezzi pubblici per i propri spostamenti.
Questa possibilità garantirebbe la tutela del diritto alla salute dei clochard e della comunità, aiutando anche gli albergatori attraverso il versamento di un canone, così come previsto dalla legge; altrimenti si potrebbero utilizzare le strutture pubbliche attualmente in disuso, per poi provvedere ad uno screening di massa dei cittadini senza tetto e alle eventuali cure per gli infetti.
Così facendo si eviteranno anche i continui assembramenti a cui involontariamente sono sottoposti, visto che spesso si muovono insieme per non perdersi.
La dignità non è figlia di uno status, bensì è umana e quindi appartiene a tutti, anche ha chi ha di meno, lasciamoci contagiare dall’amore verso il prossimo, così come il buon Papa Francesco ci insegna, trasmettendo questo “contagio positivo” a tutti.
Appello di Francesco Miragliuolo
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