31 Maggio 2021

Emanuela Schioppo, difensore granata, nata con gli scarpini: “È l’annata delle emozioni”

PH Domenico Montuori

Emanuela Schioppo

Emanuela Schioppo, difensore del Pomigliano ed ex capitano del Napoli Femminile, racconta la sua più grande passione e la gioia della Serie A

L’INTERVISTA – Quando gambe, testa e cuore vanno all’unisono nasce il calcio. C’è chi, dal primo istante e senza dubbi, ha avvertito un forte legame con il pallone per poi raggiungere tanti successi: questo Emanuela Schioppo lo sa benissimo.

Il costante impegno e l’ammirevole qualità hanno portato la calciatrice partenopea a coltivare la passione calcistica. Emanuela Schioppo, classe 1991, gioca a calcio sin da piccola e quest’anno ha riconquistato la massima serie con il Pomigliano. Vanta oltre 200 presenze fra serie B e A2, trascorrendo un anno con la Primavera del Calciosmania con una presenza in Coppa Italia, per poi esordire in Serie A2 a 17 anni con la maglia del Napoli. La giocatrice si dice contenta per la promozione in Serie A e – soprattutto – sente addosso la maglia.

In un’epoca in cui il calcio femminile sta dimostrano grandi progressi, abbiamo deciso di farci raccontare questo sport da chi vive con la maglia da oltre dieci anni. Emanuela Schioppo ha arricchito le sue compagine con determinazione e carisma, cambiando squadra e ruoli ma mai i suoi sogni.

Emanuela Schioppo, tra calcio e realtà, è ormai una leader

Napoletana e interprete del calcio femminile, indossi gli scarpini da circa 14 anni e ne vai fiera. L’attaccamento alla maglia e, in particolare modo, alla tua città si avverte anche quando sei in campo. Possiamo dire che il calcio rafforza il senso di appartenenza?

Sono napoletana e indosso gli scarpini da quando sono piccola. Il fatto di essere partenopea e di giocare nel Napoli mi ha aiutata molto perché ho sentito, dal primo momento, questo senso di appartenenza. A mio parere non c’è cosa più bella di rappresentare i colori della propria città. Devo dire che sono stata anche fortunata perché quest’anno, cambiando squadra, mi sono semplicemente spostata a 20 chilometri da Napoli e – sì – sento addosso la maglia.”

Hai portato sulla pelle e nel cuore, dal 2008 al 2020, la maglia azzurra e poi la fascia da capitano. Oggi, invece, sei il difensore del Pomigliano Calcio Femminile. Innanzitutto complimenti, perché chi ci mette il cuore arriva a raggiungere i traguardi importanti e tu ce l’hai fatta. Com’è stato rivivere l’emozione della Serie A?

Sì, quest’anno abbiamo riconquistato la Serie A. L’anno scorso, però, avevo già assaporato questa gioia con il Napoli Femminile. La differenza è che questo campionato lo sento molto di più perché è stato vinto sul campo, abbiamo affrontato tutte le squadre ed infine abbiamo terminato con la vittoria, cioè la promozione. L’anno scorso, invece, causa Covid è stato interrotto e mancavano ancora 7-8 partite, infatti non ero nemmeno sicura che l’avessimo vinto il campionato. Questa, quindi, è sicuramente l’annata più bella per me dal punto di vista delle emozioni.”

Emanuela Schioppo

Emanuela Schioppo

Raccontaci un po’ di te e del tuo percorso con il Pomigliano. Sei felice?

“Sono arrivata quest’anno a Pomigliano, dopo aver trascorso 12 anni col Napoli Femminile. Posso dire, in un certo senso, che per me è stata una prima esperienza fuori casa e sono contenta di questo percorso che ho fatto. Avendo più esperienza ho dato sicuramente una mano alla squadra, che inizialmente era stata costruita per mantenere la categoria e fare un campionato tranquillo. Le mie compagne ed io ci siamo ritrovate sin da subito al primo posto, quindi abbiamo lottato fino alla fine per raggiungere il traguardo finale. Personalmente sono abbastanza soddisfatta, grazie anche a mister Esposito prima e mister Tesse dopo che mi hanno trasmesso fiducia in tutte le partite. Per quanto riguarda il gruppo, credo che mai come quest’anno c’è stata una grande forza. E proprio l’unione ci ha portato a raggiungere questo obiettivo, sono davvero contenta.”

Da donna, Emanuela, hai sempre lottato e sudato per la maglia. Hai raggiunto tanti obiettivi e lo hai fatto sempre a Napoli. Credi che, attualmente, il calcio femminile stia crescendo o pensi che ci siano ancora delle barriere da superare?

Il calcio femminile è sicuramente cresciuto rispetto a quando ho iniziato a giocare. Sono cambiate tantissime cose in senso positivo. La mia speranza, ovviamente, è che possa fare sempre passi avanti. Però in questi giorni si è parlato molto della Partita del Cuore, in particolare modo di un triste episodio che ha colpito Aurora Leone.”

Ecco, Emanuela, in questi giorni come ben sai c’è stato un episodio denigratorio: Aurora è stata cacciata perché “le donne non possono giocare a calcio”. Non voglio dilungarmi, credo che tu possa esprimere al meglio il tuo pensiero: cosa ti senti di dire?

“Secondo me, l’affermazionele donne non possono giocare a calcio” è molto offensiva e chiaramente è una mancanza di rispetto, soprattutto per noi giocatrici che ogni giorno facciamo tantissimi sacrifici per portare avanti quella che è la nostra passione. È triste sentire nel 2021 ancora queste affermazioni, soprattutto in certe circostanze. In questo caso, per l’appunto, si trattava della Partita del Cuore dove lo scopo è ben diverso, certamente non quello di denigrare una donna che stesse lì per giocare.”

Durante il tuo percorso calcistico hai mai ricevuto un atto di maschilismo? Se sì, come l’hai affrontato?

“Fortunatamente non mi sono trovata in un episodio del genere, anche se quando ero piccola avvertivo che alcuni mi guardavano con occhio diverso perché ero l’unica ragazza in mezzo a tanti maschi. Sono cresciuta in piazza e giocando con i ragazzi, molto spesso, capitava che qualcuno insisteva per non farmi giocare o comunque evitava che una ragazza stesse nella loro squadra. Ma io ho sempre giocato a calcio ed oggi continuo a farlo con orgoglio.”

Tra te e il numero che porti alle spalle c’è un legame importante: vede al centro i rapporti indissolubili. Le tue vittorie sono più belle da quando indossi il numero 54?

Durante la mia carriera ho indossato soltanto due numeri: il 9 quando giocavo da attaccante e il 2 per otto anni circa. Oggi ho scelto di indossare il numero 54 perché mi lega a mio padre che manca da cinque anni. La sua presenza era fondamentale nelle mie partite, mi seguiva sempre e mi ha vista col numero 2 alle spalle. Ho scelto questo numero perché, essendo la sua data di nascita, credo che lui sia sempre con me anche se non più fisicamente. Il numero 54 è un modo per sentirlo vicino quando scendo in campo e, soprattutto, per le partite importanti.

Emanuela Schioppo

Emanuela Schioppo, difensore del Pomigliano

Emanuela, da donna e professionista, cosa ti senti di dire al calcio femminile e ovviamente alla tua squadra granata?

In primis invito tutti a seguire il calcio femminile perché è molto differente. Si contraddistingue dal calcio maschile da un punto di vista di passione, sacrificio e determinazione. Sono sicura che chiunque si avvicini a questo sport se ne innamorerebbe. Detto ciò, vorrei solo dire grazie alla mia squadra e grazie alla società Pomigliano Calcio; in quanto abbiamo davvero fatto un’impresa – quasi un miracolo – ma è stato davvero emozionante, perché eravamo l’unica squadra non presa in considerazione per raggiungere la promozione. Siamo state sottovalutate tutto l’anno per poi – alla fine – stupire e raggiungere il nostro sogno, che è la Serie A!”.

Buona fortuna Emanuela per questo nuovo percorso, grazie per averci dedicato il tuo tempo e soprattutto “Vivila così…“.

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