17 Luglio 2020

Eboli: 11enne si prostituiva per aiutare suo padre in carcere

immagine di repertorio

abuso di minori

Eboli: un ragazzino di 11 anni si prostituiva per pagare le spese di suo padre in carcere. Ecco la storia toccante e di abbandono sociale

Questa che stiamo per raccontarvi è la storia di un ragazzino bulgaro di 11 anni. Un racconto difficile che ha il sapore dell’abbandono e dell’emarginazione.

Il protagonista della vicenda vendeva il suo corpo per racimolare soldi che, poi, servivano per pagare le spese legali di suo padre finito in prigione.

Il ragazzino era stato abbandonato da sua madre e viveva con suo nonno e suo fratello, in un casale collinare, nella città di Eboli.

Le condizioni di vita erano molto critiche: senza acqua, senza corrente elettrica e una carta di sfratto che – a tempo breve – li avrebbe mandati via.

Il ragazzino di 11 anni, viste le difficoltà, ha sentito l’esigenza di darsi da fare e aiutare la sua famiglia.

Eboli

Immagine di repertorio

Al mattino lavorava nei campi e al calar della notte dava il suo corpo ad un 50enne.

Insieme a lui, c’erano anche suo fratello e un suo coetaneo. I tre ragazzini frequentavano l’appartamento di quest’ uomo di cinquant’anni circa, in cambio di prestazioni sessuali.

Probabilmente questa era l’unica strada per cercare di mettere qualcosina in tasca.

Una storia di vita indelebile e lacerante che – proprio nella giornata di ieri – è finita.

Adesso il ragazzino è stato portato in una casa famiglia dai Carabinieri e dagli assistenti sociali della comunità di Eboli.

Per quanto concerne il 50enne, invece, era stato già denunciato e rinviato a giudizio per aver commesso altri abusi sessuali su minori e induzione alla prostituzione.

Stando a quanto si emerge, non è il primo episodio di violenza carnale.

Nella collettività salernitana – precisamente a Piana del Sele – tante sono le condizioni di disagio e violenza su bambini e adolescenti.

Il gruppo è prevalentemente di origine straniera e vive tra il degrado e un’assente assistenza sociale.

Una bella notizia, per fortuna, riguarda il ragazzino di 11 anni che ha trovato la forza e il coraggio di raccontare tutto ad un giovane assistente sociale, il quale lo ha subito aiutato.

Quella luce di speranza, serenità e rinascita che illumina la strada di un futuro migliore.

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