I disegni di Chicca parlano chiaro
Sono stati esaminati i disegni della piccola Chicca, violentata e uccisa nel giugno del 2014. Cercava di inviare messaggi della sua paura
[ads1] Emergono particolari inquietanti nel caso della morte di Chicca, la piccola bimba uccisa. Lei, disegnava e cancellava in continuazione delle figure femminili, come fossero una sorta di minaccia per lei e la sua incolumità. La piccola Chicca disegnava anche finestre sbarrate o case senza porte, inaccessibili, senza via d’uscita. Sono stati ritrovati disegni di case con due porte, che indicano, secondo gli esperti, la paura della separazione, il ricatto, la necessità di farle mantenere il segreto, il segreto imposto dai rapitori.
Era questo il modo in cui riusciva a manifestare il suo malessere Fortuna Loffredo, Chicca, la bimba uccisa il 24 giugno del 2014, nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli.
Dalle risultanze delle analisi eseguite dalla grafologa Sara Cordella, incaricata della lettura dei disegni per le indagini difensive sulla tragedia, è emerso che Chicca, nei suoi disegni, parla, comunica. “Quando usa i pennarelli nel palazzo dove vive, a casa con le amichette, sceglie colori vivaci e con un tratto marcato“.
Carichi di rabbia, eccitazione, aggressività, secondo il perito di parte. Sul suo corpicino sono stati ritrovati anche i numerosi segni di violenze sessuali reiterate che la piccola, secondo i magistrati della Procura di Napoli Nord, subiva da Raimondo Caputo.
[ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
Camorra mazzette ai carabinieri per avere informazioni, 5 arresti
ARTICOLO SUCCESSIVO