Di Maio: “L’Italia sarà tra i primi Paesi a ricevere un vaccino”
Di Maio a Radio Anch’io: “L’Italia sarà tra i primi Paesi al mondo a ricevere un vaccino”. Più luce sul vaccino, parlano gli esperti di Oxford
Luigi Di Maio, ospite a Radio Anch’io – trasmissione radiofonica di Radio 1 – ha rassicurato i cittadini italiani sulla questione dei vaccini per il Coronavirus.
Alla luce dell’odierna situazione di emergenza sanitaria, tutti i Paesi del mondo aspettano il vaccino.
Difatti, sembrerebbe essere l’unica soluzione che potrebbe – forse o almeno si spera – aberrare il virus.
Stando ai recenti numeri stilati, ad aver contratto il virus sono 1.272.352 persone. Nella giornata di ieri, invece, sono stati registrati 34.282 nuovi casi e 753 decessi.
Insomma, nonostante le misure ancor più restringenti per l’Italia e l’adozione delle cosiddette zone “colorate“, la curva continua ad essere alta.
Ritornando all’argomento principale, il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – dopo aver argomentato problematiche relative all’ambito politico – ha lanciato parole d’ottimismo.
Ecco quanto dichiarato:
“L’Italia è nei due grandi accordi internazionali, quello di Pfizer e quello di AstraZeneca, che sono i più avanzati e che stanno avendo una grande successo nella sperimentazione.
Aggiunge Di Maio: L’Italia sarà tra i primi Paesi al mondo a ricevere un vaccino”.
SPERIMENTAZIONE VACCINO
Oltre al vaccino Pfizer, anche quello concepito dalla società AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford sembra essere ottimale.
Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica inglese di ambito medico pubblica, “The Lancet”, sarebbe emersa una “forte risposta immunitaria negli anziani”.
Andrew Pollard, vaccinologo specializzato in pediatria e direttore dell’Oxford Vaccine Group (OVG), ha dato luce sulla questione:
“Le risposte immunitarie dei vaccini sono spesso diminuite negli anziani perché il sistema immunitario si deteriora gradualmente con l’età, il che rende anche gli anziani più suscettibili alle infezioni”.
I volontari adulti che si sono sottoposti nella fase due ai test sono stati 560 e, come sostiene il Professore Pollard, non si sono presentati effetti collaterali gravi.
I vaccini Covid-19 devono essere testati nelle popolazioni a maggior rischio di malattia, quali individui con problemi di salute pregressi e adulti più anziani.
“Ci auguriamo che questo significhi che il nostro vaccino aiuterà a proteggere alcune delle persone più vulnerabili della società, ma saranno necessarie ulteriori ricerche prima di poter essere sicuri”, spiega invece il dottor Maheshi Ramasamy dell’Università di Oxford.
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