Detenuto muore a Poggioreale: ipotesi di omicidio
L'uomo è stato ritrovato nella sua cella 10 ore dopo la sua morte. Le indagini sono ancora in corso
DETENUTO MUORE A POGGIOREALE – Un detenuto è morto lo scorso 5 gennaio nel carcere di Poggioreale all’interno della sua cella. Si tratta di Alexandro Esposito, 33enne originario di Miano e residente a San Giorgio a Cremano. Le guardie carcerarie, al ritrovamento del corpo senza vita, hanno potuto solamente constatare il decesso.
Secondo i primi accertamenti, Alexandro sarebbe morto 10 ore prima del suo ritrovamento in cella. Oggi doveva esserci l’autopsia per approfondimenti, ma rinviata per malattia del medico legale. Nel frattempo si sono aperte le indagini sull’ipotesi di omicidio contro ignoti.
Detenuto muore a Poggioreale: i primi esami e l’indagine per omicidio
Sul corpo, ad un primo esame, riscontrati segni di violenza, in particolare un ematoma su cui l’esame autoptico potrà dare risposte. Dai primi accertamenti pare che sia morto 10 ore prima del ritrovamento del cadavere.
Aperta un’indagine dalla Procura dopo il sequestro del relativo fascicolo. Effettuati i rilievi in cella da parte della Scientifica mentre sono stati già ascoltati i compagni di detenzione della vittima. Esposito era recluso nel reparto Napoli, al piano terra del penitenziario.
Si attendono aggiornamenti per far luce sulla morte del detenuto Alexandro Esposito.
Le parole di Aldo Di Giacomo
Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp che ieri ha lanciato l’allarme su quanto accaduto a Poggioreale: “La politica è sempre più lontana dall’affrontare l’emergenza carceri. Temiamo, alla luce di una situazione esplosiva, che ci possano essere altre rivolte, come già si sono verificate all’inizio dell’anno, a causa anche di un dilagante senso di impunità”.
Il segretario poi continua con queste parole: “C’è più di un disegno della criminalità organizzata e dei detenuti più violenti, che contano sull’impunità per i reati commessi in carcere e che non hanno più nulla da perdere se non il trasferimento in un altro carcere. Si punta alla prova di forza contro lo Stato mentre l’Amministrazione Penitenziaria evidenzia tutta la sua incapacità mandando allo sbaraglio gli agenti penitenziari. Non è più tollerabile uno Stato che oltre a non garantire la legalità nelle carceri non riesce a garantire la vita dei detenuti e la sicurezza dei suoi dipendenti (il personale penitenziario), testimoniando di aver rinunciato ai suoi doveri civici e di legalità”.
Fonte: Internapoli.it
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