Dall’Italia al Baltico: il Museo Egizio sbarca a Helsinki e Tallinn
Il Museo Egizio di Torino riprende l’attività espositiva internazionale col progetto “Egypt of glory”, con cui esporrà a Helsinki e Tallinn fino a marzo 2021
Il settore culturale, in particolare nella sfera delle attività museali, è tra i più colpiti dagli effetti della pandemia in corso. Secondo dati Istat aggiornati a giugno 2020, ammonterebbe a circa 78 milioni di euro il danno economico subito, che si traduce (e si è tradotto) inevitabilmente in licenziamenti, contratti non rinnovati e calo degli investimenti. Ma c’è chi non si dà per vinto, come la direzione del Museo Egizio di Torino che riprende l’attività espositiva internazionale. Parte, infatti, il progetto “Egypt of glory” che prevede un’esposizione unitaria a Helsinki (capitale della Finlandia) e Tallinn (capitale dell’Estonia). Il progetto espositivo verrà ospitato fino a marzo 2021 in due sedi: il museo Amos Rex di Helsinki e il Kumu Art Museum di Tallinn.
Nella capitale finlandese, la mostra intende accompagnare i visitatori attraverso un viaggio nel tempo. L’obiettivo è quello di esplorare le differenze culturali che hanno caratterizzato l’antico Egitto nel corso della sua lunga storia, analizzandone la cultura materiale legata alla quotidianità, alle credenze religiose e alle pratiche funerarie, ma esaminando anche tematiche più complesse, come l’arte e i problemi storici e sociali del tempo. Inoltre, una sezione sarà dedicata al I millennio a.C. e in particolare al cosiddetto “Rinascimento faraonico” della XXV dinastia. A Tallinn, invece, la mostra si presenta con il titolo “Egypt of Glory: Art from the Nile Valley“. Qui, come appare evidente, l’esposizione si concentra sui temi dell’arte e della rappresentazione, tanto dei soggetti religiosi quanto di quelli naturali e antropici.
Christian Greco, direttore del Museo Egizio: “Italia ha l’onore e l’onere di custodire un grande patrimonio”
Christian Greco, direttore del Museo Egizio ha commentato con soddisfazione l’avvio del progetto, sottolineando come l’Italia sia investita di un compito fondamentale. Compito che deve esplicarsi non solo nella conservazione, ma anche nella valorizzazione e nel radicamento della conoscenza di un grande patrimonio storico che riguarda una delle civiltà più importanti nello sviluppo della cultura mediterranea. “L’Italia – precisa – ha l’onore e l’onere di custodire una cultura materiale che proviene da un grande paese, l’Egitto, che ha influenzato per millenni tutto il bacino del Mediterraneo. Per questo rimane per noi imprescindibile radicare la conoscenza del patrimonio nella comunità locale, nazionale ed internazionale e riuscire a suscitare l’interesse e la passione del pubblico a ogni latitudine”.
“L’apertura al pubblico – ha aggiunto Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio – di queste due mostre è un segnale estremamente positivo. Siamo davvero lieti e orgogliosi di poter proseguire il percorso di internazionalizzazione e di diffusione della cultura egizia che il Museo sta conducendo da anni e che ci vede per la prima volta in Finlandia ed Estonia“.
“Parallelamente – conclude –, mantenendo sempre come prioritarie la salute dei dipendenti e la sicurezza dei reperti, e in sintonia con il Ministero dei beni culturali e con la Soprintendenza torinese, proseguono i contatti con le altre istituzioni estere che ospitano oggetti della nostra collezione, e in particolare gli Stati Uniti, dove a dicembre la mostra ‘Queen Nefertari’s Egypt’ aprirà al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas“.
Una buona notizia, dunque. Segnali di ripartenza di un settore troppo spesso accantonato e abbandonato ai propri destini. E ciò nonostante rappresenti un asset strategico fondamentale anche per la ripresa economica del Paese.
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