15 Giugno 2020

Coronavirus,ripartono ludoteche e campi estivi.Com’è stato il primo giorno?

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Coronavirus, oggi sono ripartite le attività di ludoteche e campi estivi. Com’è andato il primo giorno? Ascoltiamo il racconto di chi l’ha vissuto

Coronavirus – L’andamento della curva epidemiologica da CoVid-19 su territorio nazionale continua a confermare il trend al ribasso, iniziato oramai diverse settimane fa.

I nuovi casi si concentrano prevalentemente in Lombardia, la Regione italiana più colpita dal coronavirus.

Sul resto del territorio nazionale, la situazione pare ampiamente sotto controllo, ma le autorità nazionali continuano a raccomandare ai cittadini di non abbassare la guardia, perché il virus è ancora in circolazione e bisogna guardarsi dal rischio di favorire nuovi focolai epidemiologici.

Oggi è iniziata la Fase3: alcuni Paesi dell’Unione Europea hanno riaperto i propri confini, anche per favorire la ripresa delle attività turistiche, ferme oramai da oltre tre mesi.

E sono riprese anche le attività di ludoteche e campi estivi, sia per gli 0-6, sia per i bambini più grandi.

Napoli.zon ha raccolto il parere di operatori del settore, che oggi si sono cimentati con un modo nuovo di svolgere la propria attività e che hanno dovuto reinventare automatismi già acquisiti, proprio per evitare la riesplosione del contagio da coronavirus.

Numerose sono le norme da rispettare, per tutelare la salute di bambini, famiglie ed operatori del settore.

All’ingresso, a dipendenti e bimbi viene eseguita la misurazione della temperatura corporea con lettore ottico, scrupolosamente riportata su appositi registri.

All’ingresso delle strutture, vengono cambiate le scarpe a tutti coloro i quali vi accedono, in modo da scongiurare il rischio che il coronavirus – eventualmente depositatosi sulle suole delle stesse – possa propagarsi all’interno della struttura.

Ad ogni operatore viene assegnato un gruppo di massimo 5 bambini: ciascun gruppo non dovrà incontrarsi con gli altri, in nessun momento della giornata.

In questo modo, i contatti degli eventuali positivi sarebbero circoscritti e facilmente individuabili e posti in quarantena.

I pasti vengono consegnati ad ogni singolo gruppo da una figura appositamente preposta, in modo tale che ciascun operatore abbia un numero limitatissimo di contatti, che saranno sempre gli stessi durante lo svolgimento della propria attività lavorativa.

La sanificazione avviene dopo ogni attività: giochi, spazi ed oggetti toccati vengono sanificati più volte durante la giornata ed, ovviamente, a chiusura attività lavorativa.

I bambini non dovranno avere contatti tra loro: il distanziamento sociale permane ed è fissato alla distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra.

La detersione delle mani con gel igienizzante avviene all’ingresso, all’uscita ed in più momenti della giornata.

Ogni operatore è dotato di apposita mascherina, fornita dal titolare dell’azienda, e deve indossarla durante tutte le ore di attività lavorativa.

Il coronavirus ha nettamente modificato abitudini, tempi e spazi di gioco e condivisione: inevitabile la ripercussione di queste modifiche su bambini ed operatori del settore.

Ecco cosa ci hanno detto alcune operatrici, impegnate oggi in questo particolare inizio delle proprie attività.

Francesca ci dice: “Oggi è stata una giornata strana: abbiamo dovuto abituarci a nuovi ritmi e nuove regole. La cosa più difficile? Rispettare e far rispettare il distanziamento sociale: i bambini tendono a cercare il contatto fisico con l’adulto di riferimento e con i propri pari“.

Maria aggiunge: “I bambini sono stati straordinari: hanno fatto proprie le nuove norme, hanno una grande capacità di adattamento, molto superiore rispetto a quella degli adulti. Per noi, è stato più difficile: ci sono mancate tante cose, come il poterli abbracciare e stringere a noi, come d’abitudine. Ma si tratta di norme giuste, ed occorre rispettarle rigorosamente onde evitare di ripiombare nella terribile Fase1“.

Antonietta sottolinea: “E’ stato difficile ripartire con queste nuove norme, ma i bambini conoscevano perfettamente il problema coronavirus: spiegarglielo in modo leggero ed attento non è stato complicato. Abbiamo fatto lavoretti e disegni sull’argomento, abbiamo scelto giochi diversi, fattibili nel rispetto del distanziamento sociale“.

E i bambini? Come hanno vissuto questo ritorno ad una normalità alterata?

Mario, 4 anni: “Sono contento di essere tornato a giocare con i miei amichetti. Mi è mancata la scuola, anche se sono stato tanto tempo con mamma e papà. Nonna mi ha detto che al coronavirus non piace l’estate. A noi bambini piace, e così possiamo tornare a divertirci“.

Salvatore, 4 anni: “Per tutti questi mesi non ho potuto mangiare il gelato in gelateria e nemmeno la pizza. Erano tutti chiusi per l’influenza. Ma io sono stato tranquillo, perché mamma mi ha detto che questa influenza non vuole bene ai bambini, e noi siamo molto più forti“.

Gianluca, 3 anni e mezzo: “Non ho visto la nonna per tanto tempo. Poi ci sono andato ed è stato bellissimo: dovevo proteggerla dal coronavirus, non potevo toccarla. Ora posso giocare con i miei amici, anche se non posso toccarli altrimenti ci passiamo il virus tra noi. Lo sai che il virus è piccolissimo e non possiamo vederlo ma entra nel nostro corpo e può farci stare poco bene?“.

I bambini si confermano il volto più ottimista e positivo della nostra società: anche il coronavirus, con loro, può diventare un momento di profonda ed intensa condivisione e crescita personale, per tutti.

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