30 Settembre 2020

Coronavirus, De Magistris vs De Luca: “Si assuma responsabilità!”

Foto de Il Mediano

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Coronavirus, nuovo scontro De Magistris – De Luca, in merito all’ordinanza del Presidente sullo stop alla vendita di alcolici dopo le 22

Coronavirus, è nuovamente battaglia ideologica tra De Magistris e De Luca.

Il Presidente della Regione Campania, nella giornata di ieri, ha emanato un’ordinanza restrittiva, in cui vieta la vendita da asporto di alcolici dopo le ore 22.

La motivazione alla base della decisione del Governatore della Regione Campania coincide con la necessità di ridurre al minimo la movida nei vari centri cittadini della regione.

La vendita da asporto, infatti, comporterebbe assembramenti di giovani per le vie cittadine.

Assembramenti che sarebbero difficili da controllare e che più volte hanno infranto le misure di distanziamento sociale volte al contenimento del contagio.

A dirsi contrario all’ordinanza emanata da Vincenzo De Luca, il sindaco Luigi De Magistris.

Il primo cittadino napoletano, infatti, si scaglia contro il Presidente della regione, che a suo dire non sarebbe intervenuto nei tempi adeguati per arginare un contagio che, soprattutto a Napoli, sta facendo registrare numeri altissimi già da diverse settimane.

“Non sono i giovani i colpevoli dei numeri elevati delle ultime settimane. C’è bisogno di chiarezza e verità. La situazione sanitaria è fuori controllo: ci sono persone che chiedono tamponi e a cui questi non vengono effettuati, persone a cui vengono effettuati ma che devono attendere settimane prima di avere i risultati. Si registra una situazione allo sbando totale e c’è bisogno, a sette mesi dall’inizio della pandemia, di risposte chiare e serie”.

A parere del sindaco di Napoli, la vendita da asporto di alcolici dopo le 22 non inciderebbe in modo significativo sul numero di contagi.

Da oggi comincerò una battaglia pressante in onore della verità. L’ordinanza del Presidente dà la colpa ai cittadini e piega nuovamente l’economia, già provata dal primo lockdown. Questa linea dura suona come un’ammissione di responsabilità di una politica sanitaria inadeguata. Il covid non deve essere usato per scopi elettorali“.

 

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