Coronavirus, De Magistris: “Ho scritto a Conte. La città è una polveriera”
Coronavirus, De Magistris: “Ho chiesto fondi a Conte. A Napoli siamo seduti sopra un vulcano, la città è una polveriera”
Coronavirus, De Magistris: “La città è una polveriera”.
Quest’oggi il Sindaco della città metropolitana di Napoli ha avuto un colloquio con La Stampa in cui si è detto molto preoccupato per la situazione attuale generata dalla seconda ondata del Coronavirus.
Il Primo Cittadino ha dichiarato di aver scritto al Presidente del Consiglio Conte affinché vengano stanziati fondi per far fronte alla crisi economica che sta coinvolgendo tanti napoletani.
De Magistris ha, infatti, dichiarato:
“Qui siamo seduti non sotto un vulcano, ma sopra. La città è una polveriera e temo che a Roma non ne siano consapevoli. Ho scritto a Conte. Gli ho spiegato che abbiamo bisogno di fondi. Occorre un’ordinanza di Protezione civile che stanzi dei soldi, e che poi il sindaco, l’unico a conoscere da vicino la realtà cittadina, li distribuisca […] Napoli è una città anarchica con una sua resilienza. Qui c’è una economia informale che negli ultimi anni era cresciuta e si era rinforzata grazie al turismo. Questi mesi l’hanno fiaccata. La gente non ha più fieno in cascina e s’incazza se adesso non arrivano aiuti concreti. Ecco perché la gente è sconcertata: sanno che la situazione degli ospedali è drammatica; siamo una città dove tutti sanno tutto. E perciò sono seriamente preoccupato, ma anche in tensione per il futuro”.
In merito alla situazione in cui riversano le strutture ospedaliere della città, De Magistris, commentando il decesso di un uomo avvenuto nel bagno del Cardarelli ha, inoltre, affermato:
“Sono immagini che fanno male. Ma questa è la realtà dei nostri ospedali, anche se è triste dirlo, nonostante il merito dei nostri medici. Ci sarebbe stato tutto il tempo per prepararsi a questa fatidica seconda ondata. E invece… Invece il decantato Modello Campania che ha fatto vincere a De Luca le elezioni, non c’è. E ora che al ministro della Salute sono arrivati i dati veri, non quelli dei bollettini regionali, si è deciso quel che si doveva decidere. Dobbiamo evitare che dopo la pandemia sanitaria si cada in una pandemia sociale ed economica, che poi, qui come altrove, potrebbe diventare anche pandemia criminale”.
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