8 Aprile 2020

Coronavirus, bollettino Protezione Civile: “1195 nuovi casi, 552 deceduti”

Borrelli

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Coronavirus, la conferenza della Protezione Civile. Borrelli: “1195 i nuovi casi di positività, 552 i deceduti”. Tutti i dati di oggi 8 aprile

Coronavirus – Come di consueto, Napoli.zon segue in diretta per voi la conferenza stampa giornaliera della Protezione Civile in merito all’andamento dell’epidemia da covid-19 sul territorio italiano.
A tenerla, come di consueto, il Capo Dipartimento, Angelo Borrelli.
Al suo fianco, il Prof. Raniero Guerra, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questi i dati comunicati dal Capo Dipartimento in merito all’andamento dell’epidemia da covid-19.

Sono 2099 i guariti nella giornata di oggi. E’ il secondo valore più alto di guariti dall’inizio dell’epidemia.
I nuovi casi di positività al coronavirus registrati oggi sono 1195.
Continua a decrescere il numero dei ricoveri in terapia intensiva: oggi i ricoverati in TI sono 106 pazienti in meno rispetto a ieri.
Si contano, nella giornata odierna, 552 deceduti.
I volontari impiegati nella gestione dell’emergenza sono, ad oggi, oltre 15mila, ai quali si aggiungono i sanitari e i militari delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e dei lavoratori delle Regioni.
I fondi raccolti ad oggi dalla Protezione Civile sono oltre 113MLN di euro. Sono stati spesi finora oltre 25mln di euro, per ventilatori, DPI e potenziamento delle strutture sanitarie.

Continuano ad arrivare aiuti dall’estero, grazie alla rete di protezione civile dei vari paesi europei.

Domani partirà il terzo contingente di medici della task force anti coronavirus. Andranno a supportare i colleghi nelle regioni maggiormente colpite.

Il Prof. Raniero Guerra interviene in merito all’avvio della fase2.

Siamo in rallentamento della velocità di trasmissione ma il plateau si abbassa significativamente in maniera lenta. Il virus sta continuando a circolare e non si può pensare di riaprire le attività allo stato attuale. Si può valutare il rischio di riapertura per classe di lavoro, regione, fascia d’età, ma sempre in relazione ai dati, che non ci parlano della fine dell’epidemia ma di un suo rallentamento. Al momento, il rischio di contagio è ancora molto alto e non si può pensare di riaprire tutto velocemente.

Il Governo promuoverà azioni in base ai dati oggettivi raccolti fino ad ora. In alcune zone comincia a vedersi la luce, in altre – anche molto vicine a noi – ancora no. Quindi le decisioni governative terranno conto di tutta questa folta serie di fattori. Continuare con queste misure ci può portare all’abbattimento della curva: se siamo in presenza di una tendenza al ribasso, è grazie alle norme vigenti. Ma la curva è molto vulnerabile e può risalire, se si accendono focolai epidemici anche di piccola entità. Questo è il momento di serrare le file per arrivare alla vittoria, che non è ancora conquistata ma è sempre più possibile qualora si continui ad osservare queste norme.

Le indicazioni dell’OMS andranno nella direzione di una riapertura molto graduale delle attività, in modo da evitare una seconda ondata del contagio.

E’ vero che ci sono ancora troppe persone in giro, la gente deve rendersi conto di avere una responsabilità: ognuno di noi è responsabile, non solo le autorità.

Per quanto riguarda la Cina, l’OMS ha comunicato repentinamente con le autorità cinesi in merito all’inizio dell’epidemia, raccogliendo la casistica accumulata e comunicata all’Organizzazione. In presenza del sospetto di un potenziale epidemico, viene attivata la segnalazione dalle autorità competenti e sicuramente c’è una fisiologia del monitoraggio che non è immediata”.

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