Conte Napoli: serve diminuire le polemiche e portare idee
Cinque scudetti, 3 con la Juventus, 1 con Inter e Napoli, 2 Supercoppe Italiane, 1 Premier League ed una Fa Cup (entrambe al Chelsea) ed un campionato di Serie B con il Bari. Questo il curriculum di Antonio Conte, di certo non l’ultimo arrivato. Spesso, però, le sue dichiarazioni danneggiano il suo stesso lavoro, e senza accorgersene talvolta creano nuvole attorno alla sua figura.
Sbagliare è quanto di più possa dimostrare la nostra umanità. Spostare l’attenzione può essere una strategia nel calcio (vedere Josè Mourinho ad esempio), ma la continua contraddizione non fa che prendere in giro se stessi (ed in questo caso) squadra e tifoseria. 22 Punti in undici giornate di campionato non rappresentano di certo una brutta partenza, dati alla mano. In Serie A 3 sconfitte contro: Milan, Torino e Bologna. In ognuna di queste sfide, è nascosto il motivo che molti sottovalutano, le prestazioni in campo.
Il campo racconta sempre il vero, Conte ed il Napoli fanno fatica a giocare davvero, serve più inventiva in campo ed idee in generale
Con Conte il Napoli risulta spesso con una reattività calcistica molto bassa, che non riesce ad abbozzare alcuna reazione o creare trame di gioco varie e funzionanti per contrastare l’avversario in campo. Nel calcio moderno servono idee, e queste non rispondono solo al superficiale “palleggio”. E’ infatti una serie di caratteristiche nelle quali figura anche quella citata poc’anzi. Questione alla quale il Napoli non è assolutamente estraneo, dato che ha vissuto a grossi respiri Maurizio Sarri, Mister dalle idee sublimi e dalla schiettezza assoluta che tentò di elevare il Napoli, nonostante tutto. Nel calcio servono ideali semplici, ma con le dichiarazioni fuorvianti e quasi definibili teatrali, purtroppo il pallone rotola senza sorriso. Oggi i ritmi di gioco sono decisamente condizionati dal numero di partite in una singola stagione.
Tra situazioni già vissute e il gioco a corrente alternata, i partenopei si perdono troppo facilmente, ed a risentirne è il modo di stare in campo spesso troppo superficiale
Chiaramente ogni stagione fa storia a se, ed anche la perdita di De Bruyne (contrariamente ad una piccola fetta di tifosi che lo giudicarono come un problema) infierisce, ma fino ad un certo punto. La perdita del leader tecnico non giustifica il fatto che una volta privati di quest’ultimo non si possa più creare gioco. Spesso le sfide risultano ad un certo tratto soporifere non solo dal punto di vista dello spettatore, ma anche lato campo, nel quale arriva la senzazione quasi da compitino. Ad oggi la partita più a fuoco degli azzurri resta il 3-1 al Maradona contro l’inter, viziato però da una decisione in favore dei partenopei davvero infelice.
Nonostante non fosse la miglior prestazione di sempre degli azzurri, in quel momento si era vista una piccola fiammella, composta da aggressività in campo e voglia di risolvere il rompicapo. Anche in europa i partenopei stanno lasciando prestazioni decisamente infelici, specie il 6-2 a casa del PSV, che più di ogni altra sfida ha fatto emergere difetti e chiari limiti. Chiaro è che nella scorsa stagione Conte con il suo Napoli abbia performato maggiormente rispetto al suo reale valore in quanto ad organico. Così come è palese la bassa intensità della Serie A, che purtroppo porta le squadre spesso a rappresentare l’opposto di quello che dovrebbe essere questo gioco, diversamente da quanto racconta la storia del campionato. L’unico modo per andare avanti e proseguire nel modo migliore è quello di concentrarsi davvero sul campo, e dare tutto in quei novanta minuti.
Fonte foto: sito ufficiale SSC Napoli
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