Concorsone, la polemica: eliminate la prova scritta e assunzione immediata
Concorsone, la polemica dei borsisti: “Eliminare la prova scritta e assunzione immediata”
Oggi si è tenuta una protesta riguardo il Concorsone della Regione, svolto due anni fa da milioni di persone. I 1.800 vincitori che da circa due anni sono impegnati in vari enti pubblici della Campania in percorsi di formazione-lavoro, sono finiti al centro di uno scontro.
Il motivo? Un’ulteriore prova scritta che dovrebbero sostenere per puntare ad un’assunzione definitiva.
La prova sarebbe stata da sostenere al termine del tirocinio ed era prevista nel bando del 2019. Ma con il decreto legge 44/2021 tutte le procedure concorsuali si sono semplificate, lasciando una prova scritta e una orale. I benefici del decreto non riguardano, però, i vincitori del concorsone campano.
Le difficoltà aggiuntive inoltre sono due: la conclusione dei tirocini a maggio (e la prova è prevista per giugno) e il ritardo dei pagamenti delle borse. Infatti, in molti casi ci sono stati ritardi nei pagamenti della borsa lavoro di poco meno di 900 euro mensili.
«Spesso dobbiamo attendere 3-4 mesi per poter avere una o due mensilità. Tra di noi ci sono persone che hanno famiglia» – denuncia una giovane donna alla manifestazione. Inoltre, spiegano i ragazzi, che si è aggiunto l’obbligo di presenza che molti uffici hanno imposto, in un’epoca in cui da ogni parte si invoglia allo smart working.
Ancora, dai racconti, si sente che se un borsista contra il COVID-19 a lavoro ed è costretto ad assentarsi, rischia anche di essere escluso dall’iter formativo.
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