Ciro Contini: scatta il carcere per il boss di Forcella condannato a 4 anni
Ciro Contini, esponente del clan Sibillo è stato giudicato colpevole. La sentenza dei giudici è di 4 anni di reclusione per sequestro di persona e di armi
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Ciro Contini, reggente del clan avversario dei Giuliano e Mazzarella, quello dei Sibillo, dovrà scontare la galera lasciando vacante la reggenza malavitosa per almeno 4 anni. A deciderlo è stata una commissione di giudici che, all’unanimità hanno decretato la colpevolezza dell’indagato senza troppi indugi, visti gli atti e la storia criminale che grava sulle spalle dell’uomo.
Il boss di Forcella che aveva dato scandalo per la confessione relativa alla stanza delle torture, luogo in cui seviziava talvolta a morte i debitori delle quote di spaccio, è finito dentro con l’accusa di sequestro di persona e di armi.
Clamorose le verità emerse durante l’udienza che descrivono una chiara fotografia della nuova criminalità organizzata fatta di eredi di boss, baby-gang indisciplinate e lo scandaloso coinvolgimento di nomi facoltosi appartenenti alla cosiddetta Napoli bene.
Spazio anche a svolte dal sapore amaro che vedono compromessi personalità che nella vita hanno scelto di servire lo Stato, invece impunemente coinvolti in situazioni di corruzione e di associazione a delinquere ignota.
Un lungo dibattimento giudiziario che ha messo sul tavolo dei giurati storie strettamente legate al traffico di droga e altre sostanze stupefacenti individuate senza troppe riserve come l’oro dell’era 2.0 della Camorra.
E in questa sempiterna lotta tra clan rivali, condotta per la conquista di una piazza di spaccio piuttosto che di un’altra, si mescola la vergogna della compromissione di politici e amministratori, le cui cariche dovrebbero preservare e tutelare il cittadino e non andare a braccetto con la mala dei quartieri più degradati e miserabili delle viscere della città.
Protagonista dell’ennesimo episodio di questo film noir senza fine è Ciro Contini, minaccia reale e testimonianza di un malessere sociale che non vuole morire e si ostina a sopravvivere. Mandato dalla giustizia in gattabuia per 4 anni.
La vera tragedia è mostrata dal fatto che questa sentenza dice che il problema è sgravato, ma non risolto perché è davvero difficile estirpare l’erba cattiva che ha il brutto vizio di rinascere sempre.
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